Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 12 Dicembre 2022

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A volte Dio risponde con il silenzio. Non per castigarci, non per umiliarci né per prendersi gioco di noi. Ci risponde con il silenzio perché è questa la risposta che dobbiamo accogliere per ritrovare la verità. Non è lui che tace, ma siamo noi che non vogliamo rispondere.

I capi dei sacerdoti chiedono dell’autorità con la quale Gesù insegna. Magari potevano fargli un’altra domanda per capire cosa effettivamente sta insegnando; loro però hanno l’atteggiamento di chi crede di aver già capito tutto. In primo luogo, vogliono quindi sollevare le questioni formali, confermare la legittimità di chi parla delle Scritture. La domanda sarebbe comprensibile, se non fosse per le motivazioni: loro non si preoccupano di proteggere la correttezza dell’insegnamento ma di mantenere i propri privilegi.

Gesù con la mancata risposta gli offre la possibilità di interrogarsi su quello che veramente li spinge a fare le domande. Ma loro non vogliono scoprire di avere torto. La differenza tra la dotta ignoranza e stolta sapienza sta proprio qui—che la prima cercando le risposte e ammettendo la propria incapacità si dimostra sapiente, mentre la seconda sentendosi in possesso delle risposte si conferma ignorante.

Nell’Avvento aspettiamo il Signore, ma la domanda che oggi Gesù ci pone è quella di interrogarsi se lo aspettiamo così come i capi dei sacerdoti lo interrogavano. La domanda che non si fa interrogare non avrà la risposta. L’attesa che non aspetta nessuno non porterà all’incontro.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

Il commento di oggi è proposto dal Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa