Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 12 Aprile 2020

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Medita

I tempi e i modi con cui un uomo e una donna corrispondono alla Grazia e arrivano alla fede, che è fede nella resurrezione, sono vie del tutto personali. Ci si può arrivare presto o dopo una lunga maturazione. Se la traversata riguarda il singolo, l’approdo non è però un fatto privato. La fede si propaga anche, se non soprattutto, per “contagio”. «Mi è stato assai più utile il lungo dubbio di Tommaso che la fede immediata della Maddalena». Questa frase, attribuita a San Gregorio Magno, se esprime la realtà delle vie diverse, personali, conferma anche il profitto spirituale che dalla fede altrui si può trarre.
Il vangelo di oggi ci presenta uno dei primi responsabili di questa provvidenziale contaminazione di fede, il discepolo che Gesù amava, l’autore stesso del quarto vangelo.
Vide e credette. Impossibile distogliere il pensiero da queste tre parole. Esse sono precedute da una descrizione della scena: prima Maria di Màgdala, che corre da Pietro, poi quest’ultimo e Giovanni stesso, che corrono al sepolcro; poi ancora Giovanni, che arriva prima ma che, forse per rispetto, lascia entrare Pietro. Ma poi anche Giovanni entra, vede e crede.
Non sappiamo esattamente che cosa abbia visto l’Apostolo per credere all’istante. Certo, per lui dovette essere qualcosa che diede senso immediato alle anticipazioni che Gesù aveva fatto ai discepoli riguardo la sua morte e resurrezione. Qualcosa che gli ha immediatamente aperto il cuore e la mente. È importante per noi saperlo? Perché allora Giovanni non si è “spiegato meglio”? È il chiaro-scuro della fede che sempre ci impegna a mettere in gioco tutte la nostra intelligenza e la nostra volontà. Siamo grati a Giovanni per oggi e per tutto il suo Vangelo; la sua vita è stata una testimonianza che quel “vide e credette” era davvero ben fondato.

Rifletti

Quali sono state le persone dalla cui fede ho tratto il massimo profitto? Sono conscio che anche la mia fede, a sua volta, può portare giovamento alle persone che mi incontrano o con le quali addirittura condivido importanti esperienze di vita?

Prega

Siate umili dinnanzi all’Onnipotente.
Mantenete il senso del mistero, perché
rimane sempre l’infinito tra Dio e noi.
(Giovanni Paolo II)

Fonte: Ascolta e Medita – Aprile 2020 curato da Daniela e Mauro Leoncini – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi