Il progetto di salvezza e con esso la rivelazione si dipana all’uomo nella gradualità. L’uomo, dopo il peccato originale, è così egoista che non è in grado di comprendere interamente la Verità. La legge di Mosè è una tappa intermedia di questo cammino che ha il suo culmine nella rivelazione di Gesù, ma che sarà completato nel corso della storia dallo Spirito Santo che accompagnerà l’umanità, per mezzo della Chiesa, e le insegnerà ogni cosa e le ricorderà tutto quello che Gesù ha detto (cfr. Gv 14, 26).
Nel progetto di salvezza di Dio il matrimonio e di conseguenza la famiglia hanno un ruolo centrale. Ma il matrimonio è per sua natura indissolubile, perché è Dio che congiunge l’uomo e la donna con la forza dello Spirito Santo effuso nella celebrazione del sacramento e li rende una sola carne che solo la morte può separare. Nella logica umana l’indissolubilità del matrimonio è assai limitante e sono i suoi discepoli (e non i farisei) a dirgli che se le cose stanno così “non conviene sposarsi”.
Ma Gesù replica che per accedere al regno dei cieli l’uomo deve rendersi fedele e casto. La castità di un uomo sposato non è molto diversa da quella di un religioso; quest’ultimo deve rinunciare a tutte le donne; allo stesso modo l’uomo sposato deve rinunciare a tutte le donne, tranne una. Infatti, l’amore coniugale, nella volontà del Creatore, è per sua natura un dono esclusivo, totale, nello spazio e nel tempo, è tutto per sempre.
La famiglia, costituita nel matrimonio, è immagine di Dio e Dio è fedele per sempre perché non può rinnegare sé stesso (cfr. 2Tm 2, 13).
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
I commenti di questo mese sono curati da Ilaria Leonardo