Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 11 Ottobre 2023

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Cosa vuol dire pregare? I punti che Gesù dà sono bellissimi.

I primi punti riguardano la dimensione più profonda del mondo, quella che—essendo meno visibile—ha maggiore bisogno di essere richiamata alla nostra mente. La prima preghiera è perché il nome di Dio sia santificato: perché l’uomo possa riconoscere i doni meravigliosi che Egli gli ha gratuitamente dato, e dunque possa esserGli grato e ringraziarLo. Una persona grata è una persona felice. Il secondo punto chiede la venuta del regno di Dio, ovvero l’avverarsi (inteso come il rendersi concreto, presente, vero) del desiderio dell’uomo di pace, gioia e comunione con i fratelli. Nelle necessità e nella foga giornaliera possiamo perdere di vista il fatto che questo sia il nostro bisogno primario.

Il pane quotidiano e il perdono dei peccati: una parte totalmente corporale e una totalmente spirituale, entrambe necessarie per la salute della persona. La prima cosa da chiedere per l’uomo è il perdono dei peccati. Questa è la prima condizione per la serenità della persona: l’animo umano è fatto per la comunione, per la comunità. Il peccato va a formare una rottura, un distacco da quello che ha intorno, sia esso il mondo come creatura di Dio, da trattare con rispetto ed equilibrio, siano esse le persone. È necessità dell’animo umano per come Dio l’ha creato che ci sia una “consonanza”, un suonare insieme, tra le creature. Senza essere perdonati e uniti non si può essere felici. Allo stesso modo dobbiamo noi stessi perdonare per curare la spaccatura che ci separa dagli altri.

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Infine la tentazione: nei momenti più critici, in cui siamo tentati di peccare e quindi di frammentarci rispetto a Dio, al mondo, agli altri, l’uomo cristiano è consapevole dell’impotenza del proprio sforzo per la propria salvezza. La Grazia di Dio è sempre necessaria alla salvezza, e la necessità di rivolgersi a Lui nel momento del bisogno contribuisce a costruire la nostra amicizia e il nostro rapporto con Lui.

Per riflettere

Signore, donaci la consapevolezza del nostro bisogno e del significato delle parole che rivolgiamo a Te nella preghiera. Donaci un’umile semplicità nel rivolgerci a Te.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi