Medita
A chi è paragonabile la generazione che il Figlio di Dio trova di fronte a sé? Chi sono le persone che fanno la conoscenza di Cristo Gesù e che non lo sanno accogliere? Le folle che ascoltano la sua testimonianza sono simili a bambini incontentabili. È venuto il profeta rude e severo, rigido nei suoi costumi di vita, e non l’hanno saputo riconoscere. È venuto il messia in persona e, pur nella bontà dei suoi atti, si sono soffermati a criticare la sua quotidianità semplice ed accogliente.
“Cosa volete dunque?”, sembra chiedere Gesù di fronte a queste folle. Ma il messaggio più autentico, al di sotto dell’ammonimento, sembra essere un’esortazione più che una vera e propria domanda: “Voi che accogliete la rivelazione, aprite il cuore”. Non è infatti questo il punto a partire dal quale ciascuna cosa cambia? Nulla andrà mai bene, finché vi sarà una ostilità profonda, un tenace senso di chiusura nelle nostre vite. Finché non accetteremo il rischio di accogliere qualcosa di nuovo e sorprendente, rimarremo sempre soli in un angolo con la guardia troppo alta per poterci accorgere di quel che accade.
Quel popolo antico siamo tutti noi, a cui la paura e lo sgomento di essere lasciati soli hanno inaridito il cuore. Come possiamo essere attenti e vigili alla venuta del Signore o alla sua presenza nelle nostre vite, se non lasciamo che nemmeno una piccola parte di noi si esponga al rischio di essere sorpresa o meravigliata dagli eventi? Lasciamo che la preghiera e la fede ci sconvolgano in maniera positiva, permettiamo alla venuta del Signori di cambiare la nostra interiorità. Solo allora comincerà a fiorire anche il resto delle nostre vite.
Per riflettere
Quanto ci rendiamo veramente disponibili al Signore? Chiediamoci se stiamo vivendo nella disillusione o se c’è ancora una parte di noi in grado di apprezzare ciò nella vita ci meraviglia e sconvolge e che viene dal Vangelo. Proviamo a sperimentare questa “novità” nel cammino verso ciò che per eccellenza ci richiama ad una conversione autentica, l’evento del Natale.
Preghiera finale
O Signore, tu ci scruti e ci conosci,
sai quanto siamo incapaci di comprendere il tuo e il nostro mistero.
Conosci la nostra incapacità a parlare di queste cose con verità.
Ti chiediamo, o Padre, nel nome di Gesù:
manda a noi il tuo Spirito
che scruta le profondità dell’uomo
e sa cosa c’è dentro di noi,
perché ci renda capaci di conoscerci
come siamo conosciuti da te,
con amore e con misericordia.
(Carlo Maria Martini)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi