Siamo ciechi. Andiamo in giro senza accorgerci di non vedere e giudichiamo il mondo e gli altri sulla base del poco che riesce a raggiungere il nostro occhio. A volte ci sentiamo anche immuni dalla possibilità di sbagliare su quel che crediamo vero e di cui siamo assolutamente certi.
Gesù ci fa notare che un cieco non può guidare un altro cieco e ci richiama ad un’umiltà di base.
Un’umiltà che ci aiuti a mettere costantemente in discussione le nostre certezze, con lo sguardo e il cuore sempre aperto alla realtà .
È difficile mettere in discussione le proprie certezze. Spesso non siamo disposti a farlo, perché questo ci costringerebbe ad ammettere che non siamo come quel modello ideale di noi che ci siamo costruiti. Altre volte abbiamo semplicemente paura; ma non è l’abbandono radicale di ogni certezza che Gesù ci chiede? Piuttosto ci invita a quell’atteggiamento di fondo, umile, che ci faccia guardare senza pregiudizio, con gli occhi sempre totalmente aperti, agli altri, al mondo e a noi stessi. Questa apertura è fede! Allora pian piano iniziamo a unire i puntini, abbandoniamo progressivamente le idee preconcette per trovare una verità più grande su di noi e sugli altri. Scopriamo progressivamente il disegno che siamo chiamati a realizzare.
Preghiera finale
Donaci, Signore Gesù,
di essere come te liberi da pregiudizi e dalle paure,
liberi nell’amore, impegnati per la veritÃ
e la giustizia del Regno,
tanto da null’altro cercare che la fedeltà al Padre,
pronti a pagare di persona il prezzo della libertà .
(Monsignor Bruno Forte)
AUTORE: Michela e Paolo Buti, Cristina e Emanuele Cattin
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi