Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 10 Febbraio 2023

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Questo brano è pieno di azioni di movimento. Vediamo prima di tutto Gesù che continua a muoversi da una città all’altra, sempre fuori dal Regno di Israele, e questo per farci capire che lui non si stanca mai di cercarci. Non importa quanto lontani possiamo essere, per Dio non saremo mai troppo lontani per venirci a cercare, come un pastore cerca la pecorella perduta finché non la ritrova.

Poi c’è il movimento di un sordomuto, o meglio, dei suoi amici e parenti che lo portano da Gesù e di lui che ci si lascia portare. Pensiamo al nostro primo incontro con il Signore; ci renderemo subito conto che è stato qualcuno a portarci da lui. Non possiamo trovare Gesù da soli, sono altri che ci devono accompagnare (così come anche noi abbiamo il compito di portare gli altri all’incontro con lui).

Ovviamente noi dobbiamo compiere un atto di fiducia nel lasciarci guidare, specialmente in quei momenti in cui tutto ci sembra buio e senza senso. Quindi avviene un ulteriore movimento, quello di Gesù che lo porta in disparte: ad un certo punto la relazione con Dio scende nel profondo e diventa esclusiva, dobbiamo fidarci al punto di essere disposti a rimanere da soli con lui per poter essere guariti. Se infatti la salvezza viene accogliendo la Parola di Dio, cosa fare se le nostre orecchie sono malate e incapaci di ascoltare?

Gesù ci deve prima guarire i sensi e per farlo ha bisogno che gli dedichiamo tutto di noi stessi, senza distrazioni. Quando finalmente avremo sperimentato il suo amore, che avviene tramite un contatto vero, concreto, non filosofico, potremo allora contemplare tutte le meraviglia del suo amore, e la bellezza delle sue opere in tutto ciò che ci circonda.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti sono curati da Rita e Giovanni Giordanelli