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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 10 Dicembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 18,12-14

«Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?».

La risposta è no: cercare la pecorella smarrita non ha senso, intanto perché molto probabilmente una pecora abituata a vivere sotto la protezione del pastore non sarà capace di difendersi dai pericoli della vita selvatica.

Inoltre mentre il pastore cerca la pecorella smarrita le altre novantanove rimangono improduttive. Insomma, pur di (forse) recuperare l’1 per cento del capitale il pastore rinuncia a sfruttare il 99 per cento.

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Questo pastore è pazzo, ma la sua pazzia è proprio l’immagine che Gesù ci consegna per parlarci di Dio Padre: un padre pazzo di amore per noi, che non considera perso il tempo impiegato per andare in ricerca di ciascuno di noi singolarmente, ma che pregusta la gioia di riportarci all’ovile.

Un padre che non considera i suoi figli per il loro numero o per il guadagno che ciascuno di loro gli può dare, ma per l’individualità specifica di ognuno e la grande dignità che ogni singola vita umana ha.

Per riflettere

Nella nostra esistenza spesso dobbiamo fare i conti con “la realtà”: le nostre risorse e capacità sono limitate, le pecorelle smarrite tante e non possiamo andare dietro a tutte. È vero, siamo creature, ma cerchiamo di mantenere sempre il pazzo sguardo di Dio, per difenderci dall’insidiosa tentazione di giustificare il nostro egoismo con la scusa che “non mi posso occupare io di tutto”. E ricordiamoci che se noi siamo una delle novantanove pecore rimaste nel recinto è nostro dovere accogliere quella smarrita quando rientra.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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