Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 1 Novembre 2022

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Gesù è un grande educatore, non solo a motivo dei contenuti di ciò che insegna, ma per il modo con cui li sa trasmettere ai suoi interlocutori. Un buon maestro non può limitarsi a dire che le cose stanno in un certo modo oppure in un altro: farebbe così un ammaestratore di scimmiette. Il maestro credibile ha il dovere della spiegazione, di motivare le sue affermazioni, in modo che l’allievo possa autonomamente valutare se accogliere un pensiero o rifiutarlo. Questo non riguarda solo la sfera della razionalità, ma anche l’adesione ad un contenuto di fede.

Il Padre aveva chiesto ad Abramo di fare cose incomprensibili (andarsene dal suo paese, credere nella possibilità di una paternità a dispetto dell’età, sacrificare suo figlio…), ma aveva accompagnato ogni sua richiesta con una promessa, in cui egli potesse trovare la motivazione del suo agire. Allo stesso modo il Figlio: non si limita a dire che i poveri in spirito, i miti, gli operatori di pace sono beati, ma di ogni beatitudine dà una spiegazione.

E così i poveri in spirito sanno di poter essere felici perché possederanno il regno, gli operatori di pace sono felici perché saranno familiari di Dio, gli afflitti perché troveranno consolazione. Il credente non vive secondo le beatitudini per timore di un Dio dispotico, ma per amore di un Padre che non solo è amorevole, ma anche ragionevole e spiega chiaramente quale sia lo stile di vita che rende felici. Questo dovrebbe essere il metodo pedagogico di ogni genitore e di ogni insegnante.

I santi sono uomini e donne che hanno seguito il Maestro, accogliendo le sue parole non come servi, perché il servo obbedisce senza sapere quello che fa il padrone, ma come amici. I santi sono gli amici di Dio.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti di questo mese sono curati da Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa