Più volte gli evangelisti ci danno il resoconto, sobrio e sincero, di qualche figura non proprio brillante di questo o quell’apostolo del Signore. Episodi come quello che oggi vede Filippo protagonista sono in fondo consolanti perché ci rivelano la profonda umanità di coloro che sono divenute le colonne della Chiesa. Ma a ben vedere sono preziosi perché ci dicono molto riguardo la pedagogia e la misericordia divina. Ci parlano di un Dio che si è circondato di persone in cui possiamo riconoscerci, uomini che non sono stati esentati dalle tentazioni e che hanno peccato, anche gravemente. Proprio come noi.
È però anche un Dio che, ancora come nella pericope odierna, non sembra proprio volersi soffermare a lungo sulle mancanze dei suoi figli. «Sì, sì Filippo. Ok, non hai ancora capito molto, ma non importa. Se comincerai veramente a credere in me farai cose più grandi, non ti preoccupare». Il Signore guarda avanti. Se cadiamo ci rialza, ci rimette in pista, mostra quanto di bello possiamo scorgere se solo guardiamo oltre l’orizzonte del nostro limite e del nostro peccato! È l’esperienza liberante, il senso di pace e di consolazione che accompagna chi si è appena accostato al sacramento della riconciliazione.
Ma comunque c’è anche dell’altro: la ragione, data da Gesù stesso, del perché possiamo sempre compiere opere grandi, addirittura più grandi di quelle che Egli ha fatto. È una spiegazione semplice, ma molto convincente… e consolante. Gesù sale al Padre e da lì sarà il nostro garante. Possiamo davvero sperare in una buona raccomandazione! Potremo avanzare richieste con la certezza che le nostre fatiche, le sofferenze, il dolore, così come le gioie, non saranno ignorate; tutto sarà vagliato dalla sapienza di Dio, nulla sarà ritenuto superfluo o banale di ciò che sale a Lui dal cuore dell’uomo.
Per riflettere
Quanto ci riconosciamo in Filippo, nel suo desiderio di vedere il Padre? Ma quanto anche nella sua mancanza di comprensione che il Dio altissimo ha lo stesso volto di Gesù?
Preghiera finale
Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.
Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»;
il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
(Salmo 26)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi