Santa Brigida di Svezia, religiosa e mistica Fondatrice dell’ ordine del Santissimo Salvatore

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Nata a Finstad presso Uppsala in Svezia il  3 Giugno 1303, da una famiglia aristocratica (il padre Birgen Persson era giudice e governatore, la madre Ingeborga era di nobile stirpe), morì a Roma il 23 Luglio 1373. Fu proclamata  santa  da Papa  Bonifacio IX  il  7  Ottobre  del  1391, appena 18 anni dopo la sua morte. Fu contemporanea di S. Caterina da  Siena  , con  la quale ebbe  in  comune  oltre  che  singolari  doni  carismatici,  come  estasi  e visioni (ancora fanciulla ebbe  una  visione  di  Gesù,  il  quale, alla  domanda  ”O mio caro Signore, chi ti ha ridotto così ? ”, rispose “Tutti coloro che  mi dimenticano e disprezzano il mio amore ! ”), anche il vivo  interesse  per  la  pace tra gli  Stati  e  per  l’unità dei  Cristiani  e, come  lei,  non  esitò  ad  adoperarsi  per il ritorno del Papa da Avignone a Roma.

Non ancora diciottenne sposò il nobile Ulf Gudmarsson, matrimonio felice, dal quale nacquero ben otto  figli ;  la secondogenita fu Caterina, anch’essa canonizzata.  Studiò  la  Sacra  Scrittura  sotto la guida del maestro Matthias, dal quale si fece tradurre quasi tutta la Bibbia

in svedese , e che le apportò la conoscenza delle correnti di pensiero di tutta Europa. Ulf e Brigida divennero Terziari Francescani.

Nel 1335 fu chiamata a Corte, come dama della giovane regina Bianca di Namur, mantenendosi fedele alla rigida educazione cristiana impartitale  dall’austera  zia  Caterina (presso  la  quale  era  stata mandata, al’età di 12 anni, dopo la morte della madre) e, con il  suo  sereno distacco dagli agi mondani e con la sua fattiva carità  verso i  bisognosi, (fondò infatti un piccolo  ospedale  ove  si  recava  giornalmente  ad  assistere  gli ammalati, si dedicò ai poveri e alle ragazze abbandonate), portò a Corte una ventata di fervore. Fu promotrice della riduzione delle tasse che opprimevano il popolo e della modifica di  alcune  parti  del  diritto  della  Corona  che  erano  vere e proprie angherie. Vi rimase sino al 1338.

Durante  tutto  il  corso  della  sua  vita  terrena  ci  ha  dato esempio di  come  si  possa  servire  il  Signore  sia  in  qualità  di  sposa  e madre di  famiglia,  che  di  consacrata  a  Lui.  Questi  due  tempi  ruotano  attorno al pellegrinaggio, compiuto nel 1341 assieme al marito, al celebre Santuario di Compostella in Spagna, ma in entrambi, ha sempre posto Dio al primo posto .

Dopo il pellegrinaggio, d’accordo con Brigida, il marito rimase nel monastero cistercense svedese di  Alvastra, ove  già  viveva  un  loro figlio, concludendovi santamente la propria vita il 12 Febbraio del 1344. Anche Brigida segue allora l’esempio del marito e del figlio, ritirandosi in un edificio annesso al monastero di Alvastra ed abbracciando l’ideale monastico.

Il Signore, per la sua fedeltà, aveva in serbo per lei una missione.

Durante la sua permanenza (sino al 1346) nel monastero iniziò a sperimentare rivelazioni da  parte  del  Signore  Gesù  e  di Maria. E qui, maturò la grande idea che aveva da tempo : la fondazione di  un ordine religioso che portasse il nome del SS. Salvatore  e  fosse  strutturato  in modo del tutto originale : il monastero “doppio” sarebbe stato  composto  di uomini e donne, che avrebbero avuto come unico punto d’incontro quello

della preghiera in comune in chiesa. Sull’esempio della comunità apostolica ( 72 discepoli, 12 apostoli + S. Paolo ) , le  varie  comunità  dell’Ordine,  sotto  la  regola di S. Agostino sarebbero state così composte da 85 membri ( 60 monache, 13 monaci, 4 diaconi e  8  fratelli  laici ). Brigida  si  ispirava  alla Chiesa  primitiva, riunita nel Cenacolo attorno a Maria.

Tale  progetto,  con  l’appoggio  anche  del  re  di Svezia che il 1  Maggio  1346  le concesse  il  castello  di  Vadstena  con annesse terre e donazioni, venne attuato  in  ben  78  monasteri  in  varie  parti  dell’Europa e venne approvato da Papa Urbano V, nel 1370.

Guidato da Roma, dalla santa fondatrice, che lì, dal 1349, per ispirazione divina, aveva preso dimora, a Piazza  Farnese  ove  poi sarebbe sorta la chiesa a lei intestata, l’Ordine, detto  delle  “Brigidine”, ebbe  la sua più grande espansione dopo la morte di  S. Brigida, sotto  la  direzione  della sua stessa figlia, S. Caterina, prima badessa.

La nostra Santa arrivò a Roma in un momento triste : la Città Eterna era in mano al tribuno Cola di Rienzo, diverse fazioni la sconvolgevano, il papa era fuggito ad Avignone, il clero, avido, immorale e trascurato, le strade piene di fango e di erbacce.

Come “tromba dello Spirito Santo” tuonò contro il malcostume sia del popolo che di gente altolocata, per  una  vita  più  cristiana, e per questo  si  attirò  pesanti  accuse, fino  ad  essere  chiamata “la  strega  del Nord” e a ridursi in estrema povertà, e lei, principessa di  Svezia, per poter sostenere se stessa e chi  la  accompagnava, fu  costretta  a chiedere  l’elemosina alla porta delle chiese.

Fece molti pellegrinaggi in Santuari italiani, Benevento, Amalfi, Napoli, Assisi, Milano, Pavia, Bari, Salerno,Ortona, Pozzuoli, e in quello di San Michele Arcangelo sul Gargano. L’ultimo pellegrinaggio la portò in Terra santa, tra il 1371 e il 1372, durante  il  quale  fece  tappa  anche  in  Sicilia ; ma una malattia, contratta a  Gerusalemme,  le  rese  penoso  il  già  difficile rientro in Italia, dove visse ancora per poco, spegnendosi a Roma nel 1373.

Fu sepolta in un sarcofago romano di marmo, nella Chiesa di S. Lorenzo in Damaso, ma già il 2 Dicembre  1373,  i  figli  Birger  e Caterina, portarono il corpo al  monastero  svedese di  Vadstena, ove  fu sepolto  il 4 Luglio 1374. A Roma rimangono delle reliquie, conservate nella Chiesa di San Lorenzo in Panisperna e dalle Clarisse di San Martino ai Monti.

Cinque anni dopo la sua morte, il Papa francese Gregorio XI (Roger de Beaufort) ritorna a Roma.

Il 1 Ottobre 1999, Giovanni Paolo II la dichiara compatrona d’Europa assieme a Santa Caterina da Siena e Santa

Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), e così si espresse : “Seppe essere modello nella vita laicale, esperta della realtà cristiana europea, dotata  di forza profetica, prezioso legame ecumenico, ancora oggi, per le terre scandinave, distaccate dalla piena comunione con la sede di Roma”.

Sono molti i suoi scritti di carattere mistico ; il più conosciuto è quello delle Rivelationes , nelle quali emerge la sua forte spiritualità cristocentrica e mariana, e anzi, in sintonia con Giovanni Duns Scoto, molti secoli prima della proclamazione si dichiarò convinta dell’Immacolata Concezione di Maria, confortata in ciò da esperienze mistiche da lei descritte.

Ebbe anche parte nel credere ad una sorta di “cooperazione redentrice” di Maria, una verità questa (“Maria Corredentrice”) sulla quale la Chiesa non  si  è  ancora  pronunciata, ma  che  è  oggetto  di dibattito teologico. Per Santa Brigida, l’autentica devozione mariana, deve conformarsi alle virtù della “umile ancella del Signore”, praticando l’umiltà, la carità, la purezza, l’obbedienza e la povertà.

Frutto dell’intenso rapporto d’amore tra la nostra santa e Gesù sono le “Quindici Orazioni” scritte da lei come oggetto di una rivelazione avuta dal Salvatore del mondo. Sono gli  scritti  più  conosciuti,  anche per le “promesse”, legate a queste preghiere, fatte dal nostro Signore Gesù.

Pur così lontane nel tempo, anche oggi, colui che recita le orazioni di Santa  Brigida, sperimenta  come  queste  preghiere  si mutano gradualmente in vera “contemplazione” del mistero della Passione Redentrice di Gesù. E tramite la meditazione e la contemplazione che esse inducono in noi, abbiamo la provvidenziale opportunità di avvicinarci maggiormente a Dio.

Forse non è vero che, da “buoni cristiani” come ci riteniamo tutti, addirittura “evitiamo” di ricordare quanto Gesù  ha  sofferto a causa nostra, mentre senza mai sollevare lo sguardo ci ingolfiamo nelle nostre “impegnatissime” giornate, in una “corsa contro il  tempo” che  ci  spinge  a mettere in secondo piano quelli che dovrebbero rappresentare i  nodi fondamentali della nostra esistenza ?

Allora, “riconsideriamoil nostro abituale modo di pregare : non solo per sempre chiedere, ma specialmente per lodare  e ringraziare il Signore per quanti doni ci ha fatto, molti dei quali noi neanche consideriamo.

A cura di Gianni Mangano