Stiamo vivendo un tempo di guerre che devastano il mondo, presenti anche vicino a noi nel continente europeo. L’aggressione della Federazione russa all’Ucraina è stato un atto ingiusto e criminale di violazione del diritto internazionale che ha portato morte, distruzione e sofferenze immani.
L’Ucraina aggredita doveva essere difesa. L’Unione europea, sorta come istituzione per favorire la pace e contrastare la logica della guerra nell’affermazione del diritto internazionale, doveva sin dagli inizi fare di tutto per evitare il conflitto in Ucraina e per favorire risoluzioni negoziali con iniziative autonome. Ha poi sostenuto militarmente l’Ucraina, affiancandosi agli USA, con l’obiettivo di vincere la guerra, ma le vicende sono andate diversamente. Ancora una volta si rende manifesto come la guerra sia una follia che alimenta logiche di morte, nazionalismi, autoritarismi. Non ci possiamo rassegnare a uno stato di guerra permanente.
In questo momento in cui si sono riaperte, benché tra tante ambiguità e difficoltà, le possibilità di un negoziato, l’Europa dovrebbe interrogarsi su come difendere la legalità e il riconoscimento del diritto internazionale in ogni ambito, sia in Ucraina sia a Gaza, e come operare concretamente per la pace per il mondo intero minacciato dall’escalation delle guerre.
Noi promotori di giustizia e pace dell’Ordine domenicano in Europa facciamo appello affinché in quest’anno del giubileo tutte e tutti – dai responsabili dei governi e istituzioni ai comuni cittadini – possano attuare scelte di speranza per il futuro dell’umanità, secondo l’invito di papa Francesco: “il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra” (Spes non confundit, 8).
Riteniamo che l’Europa non debba perseguire in questo momento scelte di riarmo che sottraggono denaro ai servizi sociali, educativi e sanitari. Anzi, dovrebbe essere il tempo in cui maturare più chiara consapevolezza che la guerra non conduce alla soluzione di problemi e conflitti. Altre strade vanno percorse, orientandosi a ridurre le spese militari, destinando “almeno una percentuale fissa del denaro impiegato negli armamenti per la costituzione di un Fondo mondiale che elimini definitivamente la fame e faciliti nei Paesi più poveri attività educative e volte a promuovere lo sviluppo sostenibile, contrastando il cambiamento climatico” (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2025).
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Facciamo appello affinché l’Europa si renda promotrice di iniziative negoziali multilaterali, dando valore agli sforzi della diplomazia. È il momento per l’Europa di riaffermare i principi del diritto internazionale, valorizzando e sostenendo le Nazioni Unite. È il momento per pensare a una nuova Conferenza di Helsinki per dare nuova forza alla costruzione, per via di negoziati, di un nuovo sistema di sicurezza comune in Europa dall’Atlantico agli Urali, basato sul disarmo progressivo, sull’attuazione concreta dei diritti umani riconosciuti, dell’autodeterminazione dei popoli, dei diritti delle minoranze e del fondamentale diritto alla pace.
Promotori di Giustizia e Pace – Europa
Fr Alessandro Cortesi, Provincia Romana S. Caterina Italia – coordinatore JP Europe
Fr Ivan Attard, Provincia S. Pio V Malta
Fr Stephen Cummins, Provincia di Irlanda
Fr Antoine De la Fayolle, Province di Francia
Fr Günter Reitzi, Provincia di S. Alberto Germania Austria
Fr Francis Amponsah, Provincia S. Tommaso Belgium
Fr Javier Aguilera, Provincia di Spagna
Fr Rui Manuel Grácio, Provincia di Portogallo
Fr Albert Robertson, Provincia di Inghilterra
Fr Björn Engdahl, Provincia di Francia – Svezia
Fr Dominik Letz, Provincia di Slovacchia
Fr Drago Ferencek, Provincia di Croazia
17 Marzo 2025 – Fonte – Immagine di copertina: https://depositphotos.com/it