Il Vangelo non ha paura di mettere in evidenza la fragilitร degli stessi discepoli, la loro difficoltร ad accettare lโidea di un Messia debole e sofferente.
Allora Gesรน chiamรฒ a sรฉ un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: ยซIn veritร vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciรฒ chiunque diventerร piccolo come questo bambino, sarร il piรน grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie meยป (Mt 18,2-5).
La scena รจ molto viva, realistica. Ancor prima di parlare, Gesรน agisce. Chiama un bambino โ evidentemente li aveva sempre attorno โ e lo mette in mezzo agli apostoli: gli assegna un posto centrale, importante, di tutto rilievo. Ecco la sua risposta!
I piccoli sono i piรน grandi; gli ultimi sono i primi; a loro โ e non ai sapienti di questo mondo โ vengono rivelati i misteri di Dio; a loro โ e non ai potenti โ viene aperto lโingresso al regno dei cieli. Questo รจ lo stile, la mentalitร che si richiede alla Chiesa, ai cristiani di ogni tempo. Si tratta di decidere, di fare un salto radicale, un vero e proprio capovolgimento, che รจ opera non di un momento, ma di un quotidiano e costante impegno.
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Benchรฉ paradossale, il messaggio รจ chiarissimo, tuttavia Gesรน non si accontenta di aver compiuto quel gesto, si sofferma a spiegarlo, a chiarirlo. Quale paziente Maestro non si stanca di ripetere una lezione tanto difficile per i discepoli ancora bisognosi di cambiare mentalitร .
ยซIn veritร โ amen โ vi dicoโฆยป. Questo solenne inizio ci fa subito comprendere che la parola di Gesรน รจ carica di autorevolezza divina; รจ come un giuramento: ยซIo, che sono la Veritร , vi dicoโฆยป, vi assicuro che quello che ho fatto e quello che sto per comunicarvi รจ una veritร salda come una roccia: se lโaccettate, porrete solide fondamenta alla vostra vita di discepoli, altrimenti costruirete sulla sabbia. Ed ecco che cosa dice: ยซSe non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieliยป; se non rinunziate alla vostra logica mondana e non diventate semplici, non siete adatti per il regno dei cieliโฆ Quale rivoluzione rispetto agli dรจi pagani ricchi e potenti, rispetto al โdioโ dei filosofi lontano e irraggiungibile, rispetto alle divinitร orientali enigmatiche e disincarnate! Secondo Gesรน, la conoscenza di Dio โ il grande problema che assilla lโuomo di tutti i tempi e di tutte le culture โ รจ possibile soltanto a chi vive in uno stato di infanzia spirituale, le cui caratteristiche principali sono quelle proprie del bambino, ossia la semplicitร , lโinnocenza, la totale dipendenza e lo spirito di fiducia. Il regno dei cieli รจ per quelli che diventano cosรฌ.
E Dio stesso ha voluto diventare cosรฌ nello sconvolgente mistero della sua incarnazione: ยซEcco vi annunzio una grande gioia, che sarร di tutto il popolo: oggi vi รจ nato nella cittร di Davide un salvatore, che รจ il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoiaยป (Lc 2,10-12). ยซNiente di meraviglioso โ commenta il Santo Padre, Benedetto XVI โ niente di straordinario, niente di magnifico viene dato come segno ai pastori. Vedranno soltanto un bambino avvolto in fasce che, come tutti i bambini, ha bisogno delle cure materne; un bambino che รจ nato in una stalla e perciรฒ giace non in una culla, ma in una mangiatoia. Il segno di Dio รจ il bambino nel suo bisogno di aiuto e nella sua povertร . Il segno di Dio รจ la semplicitร . Il segno di Dio รจ il bambino. Il segno di Dio รจ che egli si fa piccolo per noiยป. E noi, con lui, possiamo perciรฒ sperare di ritornare bambini, di ritrovare quella freschezza che le dure vicende della vita o un sottile orgoglio spirituale sembrano voler cancellare per sempre dal nostro cuore.
Lโinfanzia come etร cronologica con la sua spontanea gaiezza passa rapidamente; occorre acquisire unโinfanzia spirituale che permanga, come ha detto Gesรน stesso a Nicodemo: ยซIn veritร , in veritร ti dico, se uno non rinasce dallโalto, non puรฒ vedere il regno di Dioยป (Gv 3,4). E Nicodemo, pieno di stupore, soggiunge: ยซCome puรฒ un uomo nascere quando รจ vecchio? Puรฒ forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?ยป (Gv 3,5). La nascita nuova รจ una purificazione della mente e del cuore, dei pensieri e dei sentimenti. Questo sarebbe stato impossibile allโuomo ferito dal peccato, ma Dio lโha reso possibile inviando il suo Figlio. Egli non รจ venuto tra noi con potenza e con forza; รจ venuto come un bambino inerme e bisognoso del nostro aiuto, per toccare i nostri cuori. Con la sua piccolezza ci insegna ad amare la piccolezza; con la sua povertร ci aiuta a scoprire la vera ricchezza. ยซEgli โ dice ancora il Santo Padre โ chiede il nostro amore: perciรฒ si fa bambino. Nientโaltro vuole da noi se non il nostro amore, mediante il quale impariamo spontaneamente ad entrare nei suoi sentimenti, nel suo pensiero e nella sua volontร โ impariamo a vivere con lui e a praticare con lui anche lโumiltร della rinuncia che fa parte dellโessenza dellโamore. Dio si รจ fatto piccolo affinchรฉ noi potessimo comprenderlo, accoglierlo, amarloยป, seguirlo e imitarlo.
Si fa a tal punto piccolo come noi e con noi da poter dire:
ยซChi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie meยป. Lโidentificazione con i bambini รจ piena, totale, come quella con i poveri, i carcerati, i malati, con tutti i reietti (cfr. Mt 25,31-46). Gesรน si trova bene con i piccoli, con gli ultimi, perchรฉ cโรจ tra lui e loro sintonia di cuore: possono solo vivere di abbandono fiducioso e di speranza.
Il vero cristiano, quando si trova a vivere in situazione di piccolezza, di marginalitร , persino di disprezzo, non la avverte come un peso, come una โcattiva sorteโ, ma, al contrario, ne sa trarre motivo di lieta esultanza, sa scoprire proprio lรฌ la gioia di essere figlio di Dio, oggetto della divina benedizione:
ยซIn quello stesso istante Gesรน esultรฒ nello Spirito Santo e disse: โIo ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sรฌ, Padre, perchรฉ cosรฌ a te รจ piaciutoยป (Lc 10,21; cfr. Mt 11,25).
Se il peccato di superbia โ il voler essere autonomo e alla pari con Dio โ รจ stato alle origini e continua a essere per lโuomo causa di morte, la via dellโumiltร lo apre invece ai piรน profondi misteri dellโamore, quelli che lโumana intelligenza da sola non puรฒ scandagliare. Molto significativa รจ, in proposito, la vicenda spirituale di una grande mistica del trecento, la monaca Geltrude di Helfta. Entrata in monastero in tenera etร , riceve unโottima educazione; รจ intelligente, apprende le lettere, la musica, le arti. Diventa una giovane brillante, educata, un โmodelloโ: ma il suo cuore รจ triste, finchรฉ il Signore โ che ella nel coro monastico pregava perfettamente, ma esteriormente โ ha pietร di lei. In una buia sera di gennaio, egli illumina il suo cuore e le fa percepire lโaltissimo muro che la separa da lui. ร lโora della conversione: la scienza umana crolla davanti allโesperienza della misericordia, e da quel momento Geltrude amerร definirsi โpiccola gocciaโ dellโOceano infinito: ยซChe cosa sono io, o mio Dio, amore del mio cuore? Come non rassomiglio a Te! Ecco, io sono come una infinitesima goccia della tua bontร e Tu sei il mare pieno di ogni dolcezza. O amore, dischiudi a me, cosรฌ piccola, le viscere della tua bontร . Riversa su di me le cateratte della tua clementissima paternitร . Faโ zampillare su di me tutte le sorgenti dellโabisso della tua infinita misericordia. Immergimi nella profonditร del tuo amore e nellโoceano della tua tenerezzaยป.
Proprio per questo Gesรน รจ venuto nel mondo e si รจ fatto piccolo: per rivelare, nellโumiltร , lโamore del Padre, per donarci la gioia di sentirci creature piccole e povere, per renderci in lui figli di Dio e tra di noi fratelli. Non si tratta piรน delle maestose teofanie dellโAntico Testamento, ma di una presenza di bontร umile e semplice, di una consolazione e di un ristoro offerti nella fatica del vivere quotidiano: ยซVenite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerรฒ. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre animeยป (Mt 11,28-29). La stessa fatica diventa leggera quando รจ vissuta insieme con Gesรน, inserita nel suo mistero di redenzione e sostenuta con la forza del suo amore: ยซIl mio giogo infatti รจ dolce e il mio carico leggeroยป (Mt 11, 30), perchรฉ รจ peso di amore.
Cosรฌ egli ci insegna ad amare i piccoli, ยซad amare i deboli. Ci insegna in questo modo il rispetto di fronte ai bambini. Il Bambino di Betlemme dirige il nostro sguardo verso tutti i bambini sofferenti ed abusati nel mondo, i nati come i non nati. Verso i bambini che, come soldati, vengono introdotti in un mondo di violenza; verso i bambini che devono mendicare; verso i bambini che soffrono la miseria e la fame; verso i bambini che non sperimentano nessun amore. In tutti loro รจ il Bambino di Betlemme che ci chiama in causa; ci chiama in causa il Dio che si รจ fatto piccoloยป (BENEDETTO XVI, Omelia della Notte di Natale 2006).
Il cuore del Padre celeste si commuove davanti al mistero della piccolezza: posa lo sguardo sui piccoli, paragona il suo stesso Regno al piรน piccolo dei semi, a un pugnetto di lievitoโฆ Nel disegno di Dio tutto incomincia con la piccolezza e procede nellโumiltร . ร il suo stile inconfondibile.
Lo notiamo anzitutto nelle sue scelte per speciali vocazioni; la sua preferenza va ai piccoli. Per liberare Israele dalla schiavitรน dellโEgitto sceglie un โpiccoloโ, Mosรจ, il bambino salvato dalle acque (cfr. Es 2); chiama Samuele, il figlio ottenuto dalla preghiera di Anna e offerto al Signore in tenera infanzia, per inviarlo quale profeta in mezzo al popolo (cfr. 1 Sam 1-3); e proprio a lui dร lโincarico di ungere un re per Israele. Uno dopo lโaltro i sette figli di Jesse, alti e gagliardi, passano davanti agli occhi del profeta, ma ripetutamente egli dice: ยซNon รจ questo, non รจ questoโฆยป, finchรฉ gli compare davanti il piรน piccolo, il โdimenticatoโ che era fuori a pascolare il gregge. Appena quel ragazzetto ยซfulvo, con begli occhi e gentile di aspettoยป si presenta, il profeta lo riconosce come lโeletto. Si alza e lo unge re (cfr. 1 Sam 16). Sarร il grande re Davide, bellissima figura del vero Re, del Messia atteso, che pureโฆ deluderร ogni umana aspettativa. Tutti, infatti, se lo immaginavano come un personaggio potente, importante. Egli arriva come un povero, da una cittadina disprezzata: ยซDa Nazareth puรฒ mai venire qualcosa di buono?ยป (Gv 1,46).
Al di lร di ogni pregiudizio, proprio da Nazareth viene Colui che รจ la Sapienza incarnata; viene in piccolezza e povertร ; vive nascostamente, ignorato, non frequenta le scuole dei grandi rabbini, non compie gesta clamorose. Per piรน di trentโanni lavora umilmente ed รจ conosciuto come โil figlio del carpentiereโ.
Il lungo e apparentemente insignificante tempo della vita di Nazareth ha un valore che non dovrebbe tanto facilmente sfuggire, รจ infatti il tempo della preparazione, della crescita in โsapienza, virtรน e graziaโ, il tempo del silenzio in ascolto del Padre. Quando poi giunge la sua โoraโ, anche Gesรน โ come tutti i chiamati โ esce dalla sua casa; attraversa il suo deserto, affronta risolutamente le tentazioni, e poi entra nella scena del popolo di Israele. Ma il suo stile non รจ cambiato. Umile e povero, non ha dove posare il capo (cfr. Mt 8,20); e quando la folla, attratta dal suo insegnamento e dalle sue opere, vuole proclamarlo re, egli si sottrae, si nasconde. Come un seme รจ il regno di Dio nel mondo, ma il seme รจ Gesรน stesso, e del seme egli accetta fino in fondo la logica: morire per portare frutto: ยซIn veritร , in veritร vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto fruttoยป (Gv 12,24). Gli apostoli capirono questo messaggio soltanto dopo, quando essi pure seguirono il Maestro nel martirio. Anche la vita di ogni cristiano, per essere autentica, deve sempre essere contrassegnata dalla piccolezza, dallโumiltร : nascondersi per crescere, svuotarsi di sรฉ per germogliare, donarsi per portare frutto.
Tale รจ stata anzitutto Maria, la donna attraverso la quale il Figlio di Dio รจ entrato nel mondo. Piccola e umile, di lei il Signore si รจ compiaciuto; su di lei ha posato il suo sguardo di predilezione: ha guardato โla sua piccolezzaโ, il suo โessere terraโ e lโha resa giardino fiorito, campo di grano che โ come ha scritto santa Caterina โ ha procurato la farina per il Pane disceso dal cielo5. Ella, perciรฒ, ci puรฒ veramente insegnare ad accogliere Gesรน, a vivere questa pagina evangelica in cui il Signore ci chiede di ritornare bambini, con quello sguardo puro che non giudica dalle apparenze, ma sa scorgere i tesori nascosti in ogni creatura, anche nella piรน poveraโฆ Perchรฉ รจ lรฌ che nasce e cresce il regno di Dio, il regno della pace. Esso non รจ fuori di noi; non deve essere instaurato dallโesterno con potenza, come pensavano gli stessi apostoli prima di essere potentemente ricolmati del dono dello Spirito Santo. Il regno di Dio deve cominciare a crescere dentro di noi per irradiarsi al di fuori di noi come amore diffusivo. ร davvero un seme: il seme della fede che cresce nella terra dellโumiltร vera. Come riconoscerla? Non tanto dalla facile affermazione: ยซNon valgo niente, sono un nienteยป, quanto dalla genuina gratitudine per ciรฒ che riceviamo gratuitamente da Dio. ยซRiconosci, o cristiano, la tua dignitร ยป6, esortava san Leone Magno; e san Bernardo, quasi facendogli eco: ยซDa quello che il Signore giunse a fare per te, riconosci, o uomo, quanto tu valga per lui, e capirai la sua bontร attraverso la sua umanitร . Come si รจ fatto piccolo incarnandosi, cosรฌ si รจ mostrato grande nella bontร ; e mi รจ tanto piรน caro quanto piรน per me si รจ abbassato. Grande รจ la bontร di Dio e grande prova di bontร egli ha dato congiungendo la divinitร con lโumanitร ยป.
Soltanto in un terreno ben scavato con solchi profondi di umiltร e di gratitudine, il seme della grazia potrร crescere in modo sorprendente, veramente a dismisura. Lo dimostra la vita dei santi. Quando era ancora una ragazzina, Teresa di Lisieux giร nutriva grandi ambizioni: ยซScelgo tutto!โฆ I miei desideri toccano lโinfinitoโฆ Essere tua sposa, esser carmelitana, essere madre delle anime, questo dovrebbe bastarmiโฆ ma non รจ cosรฌ. Mi sento la vocazione di guerriero, di sacerdote, di apostolo, di dottore, di martireโฆ Vorrei illuminare le anime come i profetiโฆยป8. Il Signore perรฒ le fa capire che il centro della questione รจ altrove. ยซI miei desideri di essere tutto, di abbracciare tut te le vocazioni, erano ricchezze che potevano anche rendermi ingiustaโฆ O Gesรน, comโรจ felice il tuo uccellino di essere debole e piccolo!โฆ Che cosa farebbe se fosse grande? Mai troverebbe lโaudacia di comparire alla tua presenzaยป9. Ciรฒ che piace al Signore รจ proprio questa piccolezza accettata, questa povertร offerta, dalla quale nasce il coraggio, perchรฉ tutto si spera dal Signore.
Un bel racconto dei Chassidim dice riguardo a Mosรจ:
ยซChiesero a Rabbi Berditschew: โPerchรฉ Mosรจ, che nella sua grande umiltร aveva pregato Dio di mandare un altro al Faraone, non si rifiutรฒ neppure un attimo di ricevere le tavole della legge?โ. Il rabbi rispose: โAveva visto che le grandi montagne erano comparse davanti a Dio, e ciascuna aveva implorato la grazia di essere quella su cui sarebbe avvenuta la rivelazione, ma Dio aveva scelto il piccolo monte Sinai. Perciรฒ quando si vide scelto, non esitรฒ a dire di sรฌยป10: sapeva di essere anche lui, come il Sinai, il piรน piccolo di tutti.
Qui รจ la vera umiltร : sapere che non abbiamo una nostra grandezza, dei nostri meriti: tutto ci รจ donato gratuitamente dal Signore per il suo amorevolissimo piano di salvezza. Ma se รจ vero che tutto dipende da lui, รจ anche vero che da parte nostra non deve essergli opposta resistenza. Se egli ci sceglie e ci chiama, non dobbiamo ostacolarlo con i nostri dubbi e le nostre esitazioni, ma dire a noi stessi con semplicitร : ยซDa solo nulla posso; con il Signore, tuttoยป.
Dio ama โgiocareโ con i bambini, con la piccolezza. Anche la struttura dellโuniverso lo dimostra. Gli scienziati scandagliano i segreti del cosmo e scoprono particelle sempre piรน piccole, dotate di un incalcolabile potenziale di energia, ma non giungono mai a โcomprendereโ il mistero della vita. Si giunge, invece, a stupirsi, a rimanere in silenziosa contemplazione: ยซSe cercate Dio โ dice un bel verso di Gibran โ guardatevi intorno: lo vedrete sorridere nei fiori e negli occhi dei bambiniยป.
Con il desiderio che il fascino dellโinfanzia rifiorisca in tanti cuori profanati, suscitando la nostalgia della purezza e il piรน delicato rispetto verso i bambini, anche verso quel bambino che ancora sopravvive, nascosto, in ciascuno di noi, umilmente preghiamo:
Gesรน, Figlio del Dio Altissimo,
Tu che solo sei grande,
che cosa ti spinse a farti piccolo
rivestendoti della nostra umana carne
se non lโumile, folle, smisurato Amore?
Nato dal grembo della Vergine,
da Colei che piacque al Padre per la sua ignara piccolezza,
Tu sei cresciuto bambino in mezzo a noi.
Rivelaci il tuo dolcissimo segreto,
insegnaci lโarte della santa gioia
che hai promesso agli umili e ai semplici,
perchรฉ ci sia dato di entrare nel Regno dei Cieli,
lร dove gli ultimi sono i primi
e i piccoli sono i veri grandi.
Gesรน, Figlio dellโEterno Padre,
Primogenito di una moltitudine di fratelli,
infondi in noi il tuo spirito filiale
per chiamare tutti insieme
con cuore gioioso di bambini: Abbร , Padre!
Amen.
Tratto dal libro: Se non diventereteโฆโLectio divinaโ su alcuni passi del Vangelo