Anna Maria Canopi โ€“ Se non diventerete come i bambini

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Se non diventerete...ยซChi รจ il piรน grande nel regno dei cieli?ยป (Mt 18,1): con tale domanda si apre il โ€œdiscorso ecclesialeโ€ del Vangelo secondo Matteo. Gesรน ha appena annunziato la sua imminente Passione, ed ecco che gli apostoli gli si avvicinano e gli manifestano la loro preoccupazione: noi che ti abbiamo seguito lungo le strade della Palestina e siamo stati con te in questi anni, quale posto avremo nel regno che stai per costituire? Saremo i primi ministri? Incomprensione piรน sconcertante non potrebbe esserciโ€ฆ!

Il Vangelo non ha paura di mettere in evidenza la fragilitร  degli stessi discepoli, la loro difficoltร  ad accettare lโ€™idea di un Messia debole e sofferente.

Allora Gesรน chiamรฒ a sรฉ un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: ยซIn veritร  vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciรฒ chiunque diventerร  piccolo come questo bambino, sarร  il piรน grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie meยป (Mt 18,2-5).

La scena รจ molto viva, realistica. Ancor prima di parlare, Gesรน agisce. Chiama un bambino โ€“ evidentemente li aveva sempre attorno โ€“ e lo mette in mezzo agli apostoli: gli assegna un posto centrale, importante, di tutto rilievo. Ecco la sua risposta!

I piccoli sono i piรน grandi; gli ultimi sono i primi; a loro โ€“ e non ai sapienti di questo mondo โ€“ vengono rivelati i misteri di Dio; a loro โ€“ e non ai potenti โ€“ viene aperto lโ€™ingresso al regno dei cieli. Questo รจ lo stile, la mentalitร  che si richiede alla Chiesa, ai cristiani di ogni tempo. Si tratta di decidere, di fare un salto radicale, un vero e proprio capovolgimento, che รจ opera non di un momento, ma di un quotidiano e costante impegno.

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Benchรฉ paradossale, il messaggio รจ chiarissimo, tuttavia Gesรน non si accontenta di aver compiuto quel gesto, si sofferma a spiegarlo, a chiarirlo. Quale paziente Maestro non si stanca di ripetere una lezione tanto difficile per i discepoli ancora bisognosi di cambiare mentalitร .

ยซIn veritร  โ€“ amen โ€“ vi dicoโ€ฆยป. Questo solenne inizio ci fa subito comprendere che la parola di Gesรน รจ carica di autorevolezza divina; รจ come un giuramento: ยซIo, che sono la Veritร , vi dicoโ€ฆยป, vi assicuro che quello che ho fatto e quello che sto per comunicarvi รจ una veritร  salda come una roccia: se lโ€™accettate, porrete solide fondamenta alla vostra vita di discepoli, altrimenti costruirete sulla sabbia. Ed ecco che cosa dice: ยซSe non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieliยป; se non rinunziate alla vostra logica mondana e non diventate semplici, non siete adatti per il regno dei cieliโ€ฆ Quale rivoluzione rispetto agli dรจi pagani ricchi e potenti, rispetto al โ€œdioโ€ dei filosofi lontano e irraggiungibile, rispetto alle divinitร  orientali enigmatiche e disincarnate! Secondo Gesรน, la conoscenza di Dio โ€“ il grande problema che assilla lโ€™uomo di tutti i tempi e di tutte le culture โ€“ รจ possibile soltanto a chi vive in uno stato di infanzia spirituale, le cui caratteristiche principali sono quelle proprie del bambino, ossia la semplicitร , lโ€™innocenza, la totale dipendenza e lo spirito di fiducia. Il regno dei cieli รจ per quelli che diventano cosรฌ.

E Dio stesso ha voluto diventare cosรฌ nello sconvolgente mistero della sua incarnazione: ยซEcco vi annunzio una grande gioia, che sarร  di tutto il popolo: oggi vi รจ nato nella cittร  di Davide un salvatore, che รจ il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoiaยป (Lc 2,10-12). ยซNiente di meraviglioso โ€“ commenta il Santo Padre, Benedetto XVI โ€“ niente di straordinario, niente di magnifico viene dato come segno ai pastori. Vedranno soltanto un bambino avvolto in fasce che, come tutti i bambini, ha bisogno delle cure materne; un bambino che รจ nato in una stalla e perciรฒ giace non in una culla, ma in una mangiatoia. Il segno di Dio รจ il bambino nel suo bisogno di aiuto e nella sua povertร . Il segno di Dio รจ la semplicitร . Il segno di Dio รจ il bambino. Il segno di Dio รจ che egli si fa piccolo per noiยป. E noi, con lui, possiamo perciรฒ sperare di ritornare bambini, di ritrovare quella freschezza che le dure vicende della vita o un sottile orgoglio spirituale sembrano voler cancellare per sempre dal nostro cuore.

Lโ€™infanzia come etร  cronologica con la sua spontanea gaiezza passa rapidamente; occorre acquisire unโ€™infanzia spirituale che permanga, come ha detto Gesรน stesso a Nicodemo: ยซIn veritร , in veritร  ti dico, se uno non rinasce dallโ€™alto, non puรฒ vedere il regno di Dioยป (Gv 3,4). E Nicodemo, pieno di stupore, soggiunge: ยซCome puรฒ un uomo nascere quando รจ vecchio? Puรฒ forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?ยป (Gv 3,5). La nascita nuova รจ una purificazione della mente e del cuore, dei pensieri e dei sentimenti. Questo sarebbe stato impossibile allโ€™uomo ferito dal peccato, ma Dio lโ€™ha reso possibile inviando il suo Figlio. Egli non รจ venuto tra noi con potenza e con forza; รจ venuto come un bambino inerme e bisognoso del nostro aiuto, per toccare i nostri cuori. Con la sua piccolezza ci insegna ad amare la piccolezza; con la sua povertร  ci aiuta a scoprire la vera ricchezza. ยซEgli โ€“ dice ancora il Santo Padre โ€“ chiede il nostro amore: perciรฒ si fa bambino. Nientโ€™altro vuole da noi se non il nostro amore, mediante il quale impariamo spontaneamente ad entrare nei suoi sentimenti, nel suo pensiero e nella sua volontร  โ€“ impariamo a vivere con lui e a praticare con lui anche lโ€™umiltร  della rinuncia che fa parte dellโ€™essenza dellโ€™amore. Dio si รจ fatto piccolo affinchรฉ noi potessimo comprenderlo, accoglierlo, amarloยป, seguirlo e imitarlo.

Si fa a tal punto piccolo come noi e con noi da poter dire:

ยซChi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie meยป. Lโ€™identificazione con i bambini รจ piena, totale, come quella con i poveri, i carcerati, i malati, con tutti i reietti (cfr. Mt 25,31-46). Gesรน si trova bene con i piccoli, con gli ultimi, perchรฉ cโ€™รจ tra lui e loro sintonia di cuore: possono solo vivere di abbandono fiducioso e di speranza.

Il vero cristiano, quando si trova a vivere in situazione di piccolezza, di marginalitร , persino di disprezzo, non la avverte come un peso, come una โ€œcattiva sorteโ€, ma, al contrario, ne sa trarre motivo di lieta esultanza, sa scoprire proprio lรฌ la gioia di essere figlio di Dio, oggetto della divina benedizione:

ยซIn quello stesso istante Gesรน esultรฒ nello Spirito Santo e disse: โ€œIo ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sรฌ, Padre, perchรฉ cosรฌ a te รจ piaciutoยป (Lc 10,21; cfr. Mt 11,25).

Se il peccato di superbia โ€“ il voler essere autonomo e alla pari con Dio โ€“ รจ stato alle origini e continua a essere per lโ€™uomo causa di morte, la via dellโ€™umiltร  lo apre invece ai piรน profondi misteri dellโ€™amore, quelli che lโ€™umana intelligenza da sola non puรฒ scandagliare. Molto significativa รจ, in proposito, la vicenda spirituale di una grande mistica del trecento, la monaca Geltrude di Helfta. Entrata in monastero in tenera etร , riceve unโ€™ottima educazione; รจ intelligente, apprende le lettere, la musica, le arti. Diventa una giovane brillante, educata, un โ€œmodelloโ€: ma il suo cuore รจ triste, finchรฉ il Signore โ€“ che ella nel coro monastico pregava perfettamente, ma esteriormente โ€“ ha pietร  di lei. In una buia sera di gennaio, egli illumina il suo cuore e le fa percepire lโ€™altissimo muro che la separa da lui. รˆ lโ€™ora della conversione: la scienza umana crolla davanti allโ€™esperienza della misericordia, e da quel momento Geltrude amerร  definirsi โ€œpiccola gocciaโ€ dellโ€™Oceano infinito: ยซChe cosa sono io, o mio Dio, amore del mio cuore? Come non rassomiglio a Te! Ecco, io sono come una infinitesima goccia della tua bontร  e Tu sei il mare pieno di ogni dolcezza. O amore, dischiudi a me, cosรฌ piccola, le viscere della tua bontร . Riversa su di me le cateratte della tua clementissima paternitร . Faโ€™ zampillare su di me tutte le sorgenti dellโ€™abisso della tua infinita misericordia. Immergimi nella profonditร  del tuo amore e nellโ€™oceano della tua tenerezzaยป.

Proprio per questo Gesรน รจ venuto nel mondo e si รจ fatto piccolo: per rivelare, nellโ€™umiltร , lโ€™amore del Padre, per donarci la gioia di sentirci creature piccole e povere, per renderci in lui figli di Dio e tra di noi fratelli. Non si tratta piรน delle maestose teofanie dellโ€™Antico Testamento, ma di una presenza di bontร  umile e semplice, di una consolazione e di un ristoro offerti nella fatica del vivere quotidiano: ยซVenite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerรฒ. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre animeยป (Mt 11,28-29). La stessa fatica diventa leggera quando รจ vissuta insieme con Gesรน, inserita nel suo mistero di redenzione e sostenuta con la forza del suo amore: ยซIl mio giogo infatti รจ dolce e il mio carico leggeroยป (Mt 11, 30), perchรฉ รจ peso di amore.

Cosรฌ egli ci insegna ad amare i piccoli, ยซad amare i deboli. Ci insegna in questo modo il rispetto di fronte ai bambini. Il Bambino di Betlemme dirige il nostro sguardo verso tutti i bambini sofferenti ed abusati nel mondo, i nati come i non nati. Verso i bambini che, come soldati, vengono introdotti in un mondo di violenza; verso i bambini che devono mendicare; verso i bambini che soffrono la miseria e la fame; verso i bambini che non sperimentano nessun amore. In tutti loro รจ il Bambino di Betlemme che ci chiama in causa; ci chiama in causa il Dio che si รจ fatto piccoloยป (BENEDETTO XVI, Omelia della Notte di Natale 2006).

Il cuore del Padre celeste si commuove davanti al mistero della piccolezza: posa lo sguardo sui piccoli, paragona il suo stesso Regno al piรน piccolo dei semi, a un pugnetto di lievitoโ€ฆ Nel disegno di Dio tutto incomincia con la piccolezza e procede nellโ€™umiltร . รˆ il suo stile inconfondibile.

Lo notiamo anzitutto nelle sue scelte per speciali vocazioni; la sua preferenza va ai piccoli. Per liberare Israele dalla schiavitรน dellโ€™Egitto sceglie un โ€œpiccoloโ€, Mosรจ, il bambino salvato dalle acque (cfr. Es 2); chiama Samuele, il figlio ottenuto dalla preghiera di Anna e offerto al Signore in tenera infanzia, per inviarlo quale profeta in mezzo al popolo (cfr. 1 Sam 1-3); e proprio a lui dร  lโ€™incarico di ungere un re per Israele. Uno dopo lโ€™altro i sette figli di Jesse, alti e gagliardi, passano davanti agli occhi del profeta, ma ripetutamente egli dice: ยซNon รจ questo, non รจ questoโ€ฆยป, finchรฉ gli compare davanti il piรน piccolo, il โ€œdimenticatoโ€ che era fuori a pascolare il gregge. Appena quel ragazzetto ยซfulvo, con begli occhi e gentile di aspettoยป si presenta, il profeta lo riconosce come lโ€™eletto. Si alza e lo unge re (cfr. 1 Sam 16). Sarร  il grande re Davide, bellissima figura del vero Re, del Messia atteso, che pureโ€ฆ deluderร  ogni umana aspettativa. Tutti, infatti, se lo immaginavano come un personaggio potente, importante. Egli arriva come un povero, da una cittadina disprezzata: ยซDa Nazareth puรฒ mai venire qualcosa di buono?ยป (Gv 1,46).

Al di lร  di ogni pregiudizio, proprio da Nazareth viene Colui che รจ la Sapienza incarnata; viene in piccolezza e povertร ; vive nascostamente, ignorato, non frequenta le scuole dei grandi rabbini, non compie gesta clamorose. Per piรน di trentโ€™anni lavora umilmente ed รจ conosciuto come โ€œil figlio del carpentiereโ€.

Il lungo e apparentemente insignificante tempo della vita di Nazareth ha un valore che non dovrebbe tanto facilmente sfuggire, รจ infatti il tempo della preparazione, della crescita in โ€œsapienza, virtรน e graziaโ€, il tempo del silenzio in ascolto del Padre. Quando poi giunge la sua โ€œoraโ€, anche Gesรน โ€“ come tutti i chiamati โ€“ esce dalla sua casa; attraversa il suo deserto, affronta risolutamente le tentazioni, e poi entra nella scena del popolo di Israele. Ma il suo stile non รจ cambiato. Umile e povero, non ha dove posare il capo (cfr. Mt 8,20); e quando la folla, attratta dal suo insegnamento e dalle sue opere, vuole proclamarlo re, egli si sottrae, si nasconde. Come un seme รจ il regno di Dio nel mondo, ma il seme รจ Gesรน stesso, e del seme egli accetta fino in fondo la logica: morire per portare frutto: ยซIn veritร , in veritร  vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto fruttoยป (Gv 12,24). Gli apostoli capirono questo messaggio soltanto dopo, quando essi pure seguirono il Maestro nel martirio. Anche la vita di ogni cristiano, per essere autentica, deve sempre essere contrassegnata dalla piccolezza, dallโ€™umiltร : nascondersi per crescere, svuotarsi di sรฉ per germogliare, donarsi per portare frutto.

Tale รจ stata anzitutto Maria, la donna attraverso la quale il Figlio di Dio รจ entrato nel mondo. Piccola e umile, di lei il Signore si รจ compiaciuto; su di lei ha posato il suo sguardo di predilezione: ha guardato โ€œla sua piccolezzaโ€, il suo โ€œessere terraโ€ e lโ€™ha resa giardino fiorito, campo di grano che โ€“ come ha scritto santa Caterina โ€“ ha procurato la farina per il Pane disceso dal cielo5. Ella, perciรฒ, ci puรฒ veramente insegnare ad accogliere Gesรน, a vivere questa pagina evangelica in cui il Signore ci chiede di ritornare bambini, con quello sguardo puro che non giudica dalle apparenze, ma sa scorgere i tesori nascosti in ogni creatura, anche nella piรน poveraโ€ฆ Perchรฉ รจ lรฌ che nasce e cresce il regno di Dio, il regno della pace. Esso non รจ fuori di noi; non deve essere instaurato dallโ€™esterno con potenza, come pensavano gli stessi apostoli prima di essere potentemente ricolmati del dono dello Spirito Santo. Il regno di Dio deve cominciare a crescere dentro di noi per irradiarsi al di fuori di noi come amore diffusivo. รˆ davvero un seme: il seme della fede che cresce nella terra dellโ€™umiltร  vera. Come riconoscerla? Non tanto dalla facile affermazione: ยซNon valgo niente, sono un nienteยป, quanto dalla genuina gratitudine per ciรฒ che riceviamo gratuitamente da Dio. ยซRiconosci, o cristiano, la tua dignitร ยป6, esortava san Leone Magno; e san Bernardo, quasi facendogli eco: ยซDa quello che il Signore giunse a fare per te, riconosci, o uomo, quanto tu valga per lui, e capirai la sua bontร  attraverso la sua umanitร . Come si รจ fatto piccolo incarnandosi, cosรฌ si รจ mostrato grande nella bontร ; e mi รจ tanto piรน caro quanto piรน per me si รจ abbassato. Grande รจ la bontร  di Dio e grande prova di bontร  egli ha dato congiungendo la divinitร  con lโ€™umanitร ยป.

Soltanto in un terreno ben scavato con solchi profondi   di umiltร  e di gratitudine, il seme della grazia potrร  crescere in modo sorprendente, veramente a dismisura. Lo dimostra la vita dei santi. Quando era ancora una ragazzina, Teresa di Lisieux giร  nutriva grandi ambizioni: ยซScelgo tutto!โ€ฆ I miei desideri toccano lโ€™infinitoโ€ฆ Essere tua sposa, esser carmelitana, essere madre delle anime, questo dovrebbe bastarmiโ€ฆ ma non รจ cosรฌ. Mi sento la vocazione di guerriero, di sacerdote, di apostolo, di dottore, di martireโ€ฆ Vorrei illuminare le anime come i profetiโ€ฆยป8. Il Signore perรฒ le fa capire che il centro della questione รจ altrove. ยซI miei desideri di essere tutto, di abbracciare tut te le vocazioni, erano ricchezze che potevano anche rendermi ingiustaโ€ฆ O Gesรน, comโ€™รจ felice il tuo uccellino di essere debole e piccolo!โ€ฆ Che cosa farebbe se fosse grande? Mai troverebbe lโ€™audacia di comparire alla tua presenzaยป9. Ciรฒ che piace al Signore รจ proprio questa piccolezza accettata, questa povertร  offerta, dalla quale nasce il coraggio, perchรฉ tutto si spera dal Signore.

Un bel racconto dei Chassidim dice riguardo a Mosรจ:

ยซChiesero a Rabbi Berditschew: โ€œPerchรฉ Mosรจ, che nella sua grande umiltร  aveva pregato Dio di mandare un altro al Faraone, non si rifiutรฒ neppure un attimo di ricevere le tavole della legge?โ€. Il rabbi rispose: โ€œAveva visto che le grandi montagne erano comparse davanti a Dio, e ciascuna aveva implorato la grazia di essere quella su cui sarebbe avvenuta la rivelazione, ma Dio aveva scelto il piccolo monte Sinai. Perciรฒ quando si vide scelto, non esitรฒ a dire di sรฌยป10: sapeva di essere anche lui, come il Sinai, il piรน piccolo di tutti.

Qui รจ la vera umiltร : sapere che non abbiamo una nostra grandezza, dei nostri meriti: tutto ci รจ donato gratuitamente dal Signore per il suo amorevolissimo piano di salvezza. Ma se รจ vero che tutto dipende da lui, รจ anche vero che da parte nostra non deve essergli opposta resistenza. Se egli ci sceglie e ci chiama, non dobbiamo ostacolarlo con i nostri dubbi e le nostre esitazioni, ma dire a noi stessi con semplicitร : ยซDa solo nulla posso; con il Signore, tuttoยป.

Dio ama โ€œgiocareโ€ con i bambini, con la piccolezza. Anche la struttura dellโ€™universo lo dimostra. Gli scienziati scandagliano i segreti del cosmo e scoprono particelle sempre piรน piccole, dotate di un incalcolabile potenziale di energia, ma non giungono mai a โ€œcomprendereโ€ il mistero della vita. Si giunge, invece, a stupirsi, a rimanere in silenziosa contemplazione: ยซSe cercate Dio โ€“ dice un bel verso di Gibran โ€“ guardatevi intorno: lo vedrete sorridere nei fiori e negli occhi dei bambiniยป.

Con il desiderio che il fascino dellโ€™infanzia rifiorisca in tanti cuori profanati, suscitando la nostalgia della purezza e il piรน delicato rispetto verso i bambini, anche verso quel bambino che ancora sopravvive, nascosto, in ciascuno di noi, umilmente preghiamo:

Gesรน, Figlio del Dio Altissimo,
Tu che solo sei grande,
che cosa ti spinse a farti piccolo
rivestendoti della nostra umana carne
se non lโ€™umile, folle, smisurato Amore?
Nato dal grembo della Vergine,
da Colei che piacque al Padre per la sua ignara piccolezza,
Tu sei cresciuto bambino in mezzo a noi.
Rivelaci il tuo dolcissimo segreto,
insegnaci lโ€™arte della santa gioia
che hai promesso agli umili e ai semplici,
perchรฉ ci sia dato di entrare nel Regno dei Cieli,
lร  dove gli ultimi sono i primi
e i piccoli sono i veri grandi.
Gesรน, Figlio dellโ€™Eterno Padre,
Primogenito di una moltitudine di fratelli,
infondi in noi il tuo spirito filiale
per chiamare tutti insieme
con cuore gioioso di bambini: Abbร , Padre!
Amen.

Tratto dal libro: Se non diventereteโ€ฆโ€Lectio divinaโ€ su alcuni passi del Vangelo

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