Amore del nemico – Enzo Bianchi

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ยซAmare gli amici lo fanno tutti, i nemici li amano soltanto i cristiani.ยป Queste parole di Tertulliano (Ad Scapulam 1,3), che vogliono esprimere la differenza cristiana, vertono significativamente sull’amore per i nemici.

Questo appare come vera e propria sintesi del Vangelo: se tutta la Legge si sintetizza nel comando dell’amore di Dio e del prossimo (Marco 12,28-33; Romani 13,8-10; Giacomo 2,8), la vita secondo il Vangelo trova il suo compimento nelle parole e nei gesti di Gesรน che indicano nell’amore del nemico l’orizzonte della prassi cristiana. Dice infatti Gesรน: ยซAmate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odianoยป (Luca 6,27; cfr. Luca 6,28-29.35; Matteo 5,43-48) e tutta la sua vita – fino al momento della lavanda dei piedi anche a Giuda, colui che si era fatto suo nemico; fino alla croce, luogo del suo amore ยซfino alla fineยป per i suoi (Giovanni 13,1); fino alla preghiera per i suoi carnefici mentre lo crocifiggevano (Luca 23,33-34) – attesta questo amore incondizionato rivolto anche al nemico. Il cristiano, chiamato ad assumere il sentire, il pensare, il volere di Cristo stesso (cfr. Filippesi 2,5), si trova dunque sempre confrontato con questa esigenza.

Ma occorre chiedersi: รจ realmente possibile amare il nemico, e amarlo mentre manifesta la sua ostilitร  e inimicizia, il suo odio e la sua avversione? รˆ umanamente possibile tale scandalosa simultaneitร ? L’esperienza infatti ci rivela che il fascino per l’assolutezza dell’amore del nemico svanisce in assoluta dimenticanza e diviene incapacitร  di dargli consistenza esistenziale di fronte alle precise e concrete situazioni di inimicizia. E forse giร  questo rappresenta un primissimo, e umanamente fondamentale, momento del cammino verso l’amore del nemico. Inoltre il cristiano รจ portato dal Vangelo a vedere in se stesso il nemico amato da Dio e per cui Cristo รจ morto: questa รจ l’esperienza di fede basilare da cui soltanto potrร  nascere l’itinerario spirituale che conduce all’amore per il nemico! Scrive Paolo: ยซDio dimostra il suo amore verso di noi perchรฉ, mentre eravamo peccatori e nemici, Cristo รจ morto per noiยป (cfr. Romani 5,8-10). Su questa esperienza di fede occorre innestare la progressivitร  di una maturazione umana che conduce ad acquisire il senso positivo dell’alteritร , la capacitร  dell’incontro, della relazione e quindi dell’amore. Giร  l’Antico Testamento, quando invita l’israelita ad amare il prossimo come se stesso, propone una sorta di itinerario: ยซIo sono il Signore, non coverai odio verso tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, cosรฌ non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signoreยป (Levitico 19,17-18). Anzitutto รจ richiesta l’adesione di fede a colui che รจ il Signore, quindi l’israelita รจ chiamato a impedirsi sentimenti di odio (atteggiamento negativo), poi a correggere colui che fa il male (atteggiamento positivo) proibendosi di farsi vendetta da sรฉ (atteggiamento negativo) e amando cosรฌ il suo prossimo come se stesso (atteggiamento positivo). All’amore si arriva attraverso un cammino, un esercizio.

L’amore non รจ spontaneo: esso richiede disciplina, ascesi, lotta contro l’istinto della collera e contro la tentazione dell’odio. Cosรฌ si perverrร  alla responsabilitร  di chi ha il coraggio di esercitare una correzione fraterna denunciando ยซcostruttivamenteยป il male commesso da altri. L’amore del nemico non va confuso con la complicitร  con il peccatore! Anzi, proprio la libertร  di chi sa correggere e ammonire chi compie il male nasce dalla profonditร  della fede e da un amore per il Signore che sono la necessaria premessa per l’amore del nemico.

Chi non serba rancore e non si vendica, ma corregge il fratello, รจ infatti anche in grado di perdonare: e il perdono รจ la misteriosa maturitร  di fede e di amore per cui l’offeso sceglie liberamente di rinunciare al proprio diritto nei confronti di chi ha giร  calpestato i suoi giusti diritti. Chi perdona sacrifica un rapporto giuridico in favore di un rapporto di grazia! Anche Gesรน, quando chiede di amare il nemico, immette il credente in una tensione, in un cammino. Dallo sforzo per superare sempre di nuovo la legge del taglione, cioรจ la tentazione di rendere il male che si รจ ricevuto, il credente deve pervenire a non opporsi al malvagio, a contrapporre al male l’attivissima passivitร  della non violenza, fidando nel Dio unico Signore e Giudice dei cuori e delle azioni degli uomini. Anzi, mossi dalla convinzione che il nemico รจ il nostro piรน grande maestro, colui che puรฒ veramente svelare ciรฒ che abita il nostro cuore e che non emerge quando siamo in buoni rapporti con gli altri, i credenti possono obbedire alle parole del loro Signore che invitano a porgere l’altra guancia, a devolvere anche la tunica a chi vuole toglierci il mantello…

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Ma perchรฉ tutto questo sia possibile รจ indispensabile ciรฒ che sempre รจ ricordato dai Vangeli accanto al comando di amare i nemici, e cioรจ la preghiera per i persecutori, l’intercessione per gli avversari: ยซAmate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutoriยป (Matteo 5,44). Se non si assume l’altro – e in particolare l’altro che si รจ fatto nostro nemico, che ci contraddice, che ci osteggia, che ci calunnia – nella preghiera, imparando cosรฌ a vederlo con gli occhi di Dio, nel mistero della sua persona e della sua vocazione, non si potrร  mai arrivare ad amarlo! Ma deve essere chiaro che l’amore del nemico รจ questione di profonditร  di fede, di ยซintelligenza del cuoreยป, di ricchezza interiore, di amore per il Signore, e non semplicemente di buona volontร !

E. BIANCHI, Parole della spiritualitร . Per un lessico della vita interiore, Milano, Rizzoli, 1999, 169-172