Alphonse Vidal – Commento al Vangelo del 27 Ottobre 2021

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Per parlarci del Regno di Dio e del nostro destino eterno, il Signore più di una volta si è servito della metafora del banchetto. Nella mentalità orientale, specie quella semita, era un’immagine suggestiva. Lo ha fatto, in particolare, nella famosa parabola degli invitati alla festa di nozze, con quel suo altrettanto conosciuto ordine a costringere a entrare («compelle intrare»; cfr Lc 14, 15 e ss.), che significa convincere i recalcitranti a fare quanto necessario per occupare il posto che Dio gli riserva nella sala del banchetto.

Nel testo di oggi, ritroviamo lo stesso concetto, con alcune proprie caratteristiche. Quella principale, probabilmente, è il carattere definitivo dell’argomento, dato che, se la porta si chiude per colpa nostra, nessuno potrà più aprirla. L’affermazione che la porta è “stretta” sottolinea ancora di più la radicalità della questione. Nella vita, possiamo sbagliare in molte circostanze, ma la nostra santità, cioè la nostra salvezza eterna, è essenziale, per cui non possiamo fallire in nessun modo.

Il proposito che potremmo trarre dalla meditazione di questo brano, senza dubbio, è la necessità di vivere con maggiore zelo e dedizione la nostra missione di apostoli, che ci compete in quanto cristiani. Dobbiamo proporci, in modo affermativo e deciso, di fare sì che che coloro che ci stanno vicini prendano sul serio la loro vita, pensino al loro destino eterno e facciano in modo di vivere secondo gli insegnamenti di nostro Signore, così come vuole la Chiesa. Solo così potranno dare alla loro vita il giusto significato.

Alphonse Vidal


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