Per capire bene il vangelo di oggi, con la spiegazione che il Signore dà della parabola della zizzania, è necessario leggere prima il testo completo che abbiamo letto sabato scorso, cioè i versetti dal 24 al 30 dello stesso capitolo di san Matteo. Questa lettura ci chiarisce l’origine della zizzania: il seminatore è stato il nemico del proprietario del campo.
Questo spiega, anche, la sorpresa dei servitori che, un bel giorno, hanno trovato il campo infestato da questa pianta nociva. Bisogna sapere che, nelle prime settimana, le due piante, il grano e la zizzania, si somigliano parecchio, sino al punto che è molto difficile distinguerle. Per questo, al fine di non recar danno al buon grano, il Signore consiglia di aspettare il tempo della mietitura.
Il Signore spiega che il campo è il mondo e il nemico è il diavolo. Senza cadere nel pessimismo, possiamo affermare che quotidianamente ne abbiamo prova pratica nella maggior parte dei paesi.Ma, questa spiegazione non ne esclude un’altra un poco più personale, quella per la quale ilcampo è la nostra anima. Dio, come abbiamo visto ieri, semina in essa la sua grazia e, il diavolo la zizzania, i cattivi desideri.
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Che fare, allora? Sul terreno personale, è indispensabile, senza alcun dubbio, reagire prima possibile, senza aspettare la fine dei tempi. Ciò esige una delle pratiche di pietà che è stata sempre vissuta nella Chiesa: l’esame di coscienza, per verificare i temi personali e la nostra responsabilità nell’andamento dei fatti del mondo in cui viviamo.
Che proposito fare? Magari, essere più vigili, perchè una delle cause dell’abbondanza di zizzania è la pigrizia degli uomini. San Josemaría, in una delle sue omelie, ci dice: «triste pigrizia questo sonno!» (È Gesù che passa, n.123).
Alphonse Vidal
Fonte: La pagina Facebook di “Opus Dei Italia” | Sito Web con tutti i commenti al Vangelo
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