Iniziamo oggi un viaggio affascinante, alla scoperta della Biblioteca Apostolica Vaticana, uno dei “gioielli della corona della Chiesa” insieme all’Archivio Segreto, che conserva la sua antica identità, ma anche il suo slancio per il futuro. Ci accoglie l’arcivescovo Jean-Louis Bruguès, scelto il 26 giugno del 2012 dal Papa come nuovo archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Guida quella che Benedetto XVI ha definito “un’accogliente casa di scienza, di cultura e di umanità” e che il fondatore, Papa Niccolò V, volle nel 1447 “per la comune utilità degli uomini di scienza”.
Arciv. JEAN-LOUIS BRUGUES-Archivista e Bibliotecario di SRC
La Chiesa ha questa chance: di essere l’istituzione più vecchia dell’umanità. Più vecchia degli stati e delle università. E dunque la sua memoria è una memoria naturalmente a disposizione della Chiesa per il suo lavoro e la sua pastorale, ma anche a disposizione dell’intera umanità.
Possiamo riassumere il compito della Biblioteca con tre verbi: conservare, curare e divulgare. Curare facendo appello alle tecniche più sofisticate: la chimica, al digitalizzazione. Conservare, cioè permettere alla Biblioteca di accogliere tutti i manoscritti utili per la Chiesa e l’umanità. Divulgare: la Biblioteca adesso è uno strumento straordinario a disposizione degli uomini di scienza.
La Biblioteca Vaticana viene riconosciuta dal mondo intero per il suo livello scientifico, tecnico e anche per la gentilezza del personale che lavora.
Come uno dei 150 studiosi che la frequentano ogni giorno, ci faremo guidare da alcuni dei 90 dipendenti della Biblioteca vaticana nelle sale di consultazione degli stampati, più di un milione e 600 volumi antichi e moderni, fra cui 9000 incunaboli, in quella dei preziosi manoscritti, che sono 80mila, e nel gabinetto delle stampe, 150mila con disegni e matrici. Scopriremo come lavorano il laboratorio fotografico, che archivia oggi anche in formato digitale copie degli originali, e quello di restauro, impegnato a salvare questo grande patrimonio dagli attacchi del tempo e di insetti e muffe. Ammireremo alcune delle 300mila monete e medaglie del medagliere e entreremo in luoghi inaccessibili anche agli studiosi, come il deposito dei manoscritti, da poco ristrutturato, e il centro elaborazione dati della Biblioteca.
Benedetto XVI, che qui è entrato, l’ultima volta, nel 2010, ha ricordato che questa casa “delle più alte parole umane”, apre le porte a studiosi di tutto il mondo, “senza distinzione di provenienza, religione e cultura”.
Arciv. JEAN-LOUIS BRUGUES-Archivista e Bibliotecario di SRC
Abbiamo ricevuto due mesi fa una ditta giapponese. Nessuno di loro è cristiano, ma loro hanno voluto aiutare la biblioteca, facendo digitalizzazione dei manoscritti, dicendo, “Il compito della Biblioteca è un compito umanistico, e quindi vale per tutta l’umanità. Non siamo cristiani, ma vogliamo aiutare questa impresa straordinaria a servizio dell’umanità”.
E la cultura riesce anche ad aprire strade prima bloccate, come quelle che portano in Cina. Il bibliotecario ci parla dell’incontro con l’Università di Pechino.
Noi abbiamo in Biblioteca 1200 manoscritti cinesi originali. E loro hanno chiesto il permesso di digitalizzare questi manoscritto per (…) portare in Cina la copia. Abbiamo immaginato una condizione: ho parlato di fare una mostra comune a Pechino tra la Cina comunista e la Santa Sede. La Santa Sede che finora non viene riconosciuta dal regime politico cinese. E loro hanno accettato questa proposta. Dunque abbiamo una dimensione umanistica riconosciuta in tutto il mondo e questo serve secondo me alla pastorale della Chiesa.
In questo viaggio a puntate, potremo capire le emozioni che ha provato Benedetto XVI nelle sue visite, lui che prima di essere eletto aveva sognato di diventare bibliotecario, e provano i fortunati studiosi che, a motivo delle loro ricerche, possono consultare gli antichi testi custoditi dalla biblioteca.
Abbiamo qui il papiro Bodmer VIII, la Lettera di San Pietro, fine del 3° secolo. L’abbiamo letto, l’abbiamo studiato, scrutato, e adesso lo possiamo toccare. E questo è un piacere straordinario, questo contatto immediato con la storia più lontana.
Fonte: Canto Nuovo