Alfa e Omega (A Ω)

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Dopo il “disarmante” momento di preghiera di ieri sera, guidato da Papa Francesco, ritorna nella mente uno dei simboli più antichi della nostra fede: A e Ω. Le scene di ieri sera, la piazza vuota, il passo lento e solitario di “Petro”, resteranno nella storia per la loro grande ricchezza simbolica. Nel silenzio della sera, la voce di Dio interpellava… e interpella ciascuno di noi: «”Perché avete paura? Non avete ancora fede?”.

Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te» (Papa Francesco). Ogni tempo, ogni momento della nostra vita è abitato da Dio. I primi cristiani usavano segnare le porte delle proprie case con il simbolo A e Ω in ricordo di questa certezza. Il significato di queste due lettere ci è detto dal Signore stesso: «Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo» (Ap 1, 11).

Questi due segni indicano il principio e la fine in quanto prima e ultima lettera dell’alfabeto greco. Dio non ci lascia mai soli, «Egli viene con le nuvole e ogni occhio Lo vedrà, anche quelli che Lo hanno trafitto; e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per Lui» (Ap 1,7-8). Dio è sempre esistito e non ha mai avuto un inizio: Lui è il principio! Non vi è mai stato un tempo in cui Dio non esistesse: «Prima che i monti fossero nati e che Tu avessi formato la terra e il mondo, anzi, da eternità in eternità da sempre e per sempre, Tu sei Dio» (Salmi 90).

Ma Dio non è solo inizio è anche ultimo. Egli è l’Omega di questo mondo contemporaneo, poiché non solo lo terminerà ma la sua seconda venuta porterà una novità: «Ecco, io faccio tutte le cose nuove» (Ap 21, 5). Novità che stiamo sperimentando già qui, in questo tempo: «Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri» (Papa Francesco).

È il tempo per ritornare alle origini, per lasciare la nostra solitudine e sentirsi inserito in questo “luogo abitato da Dio”. Noi non ci salviamo da soli, «non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle» (Papa Francesco). Riconoscere Gesù primo ed ultimo della storia ci fa abbandonare «il nostro affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare» (Papa Francesco).

I segni A e Ω ci ricordano che «abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore» (Papa Francesco). Se ieri abbiamo guardato la croce, oggi poniamola nel nostro cuore e scriviamo su di essa A e Ω; questi due segni ci ricorderanno le parole di Gesù: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 29).

A cura di don Bartolomeo de Filippis

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