Ah, l’amore! Per amore sposteremmo anche le montagne! Sai che questo modo di dire si avvicina all’essenza dell’amore di Dio?
Non sempre il nostro concetto di amore corrisponde a quello di Dio. Io stesso, che scrivo queste righe, confesso di non essere sempre capace ad amare in quel modo, ampio ed incondizionato, che ci chiede Gesù. Questo non vuole affatto dire che l’amore che proviamo per la persona che sta al nostro fianco o per i nostri figli sia sbagliato. Anzi! Amare ci avvicina a Dio, perché l’amore è l’essenza stessa di Dio (cfr. 1Giovanni 4,8). Ma Dio vede l’amore in modo molto più ampio di come lo intendiamo noi.
Ci viene facile spostare le montagne per chi condivide con noi un tetto, una vita, affetti e progetti, ma troppo spesso non riusciamo proprio ad amare chi ci ha fatto del male, i nostri nemici, quelli che ci perseguitano e ci fanno soffrire. Eppure è questa la strada indicata e percorsa da Gesù per la nostra salvezza: “Amerai il Signore tuo Dio […] e amerai il tuo prossimo come te stesso” (cfr. vv. 30-31). E ancora: “Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5,44-45).
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Di fronte ai tanti drammi che segnano l’umanità è difficile fare questa scelta: come si può amare un assassino, o peggio ancora chi ha commesso una strage, o chi una strage l’ha permessa, magari perché non ha adottato tutte le precauzioni atte ad evitare un grave incidente… Come si possono amare le persone che cercano solo il proprio tornaconto? Per quanto ci potremo impegnare quasi mai (oserei dire mai) ci riusciremo.
Ciascuno di noi sa quanto sia davvero difficile lottare contro la tentazione di ripagare con altro male il male che riceviamo. Sappiamo anche quanto sia complicato provare amore verso chi, con noi, si comporta come un nemico. Eppure Gesù ce lo chiede. Ma, prima ancora di chiedercelo, lo ha fatto Egli stesso: tradito, abbandonato, sbeffeggiato, torturato, Gesù disse dalla croce: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (cfr. Luca 23, 34).
Scrive Sant’Agostino: “Quando dunque egli pregava dalla croce, vedeva e prevedeva; vedeva tutti i suoi nemici, ma prevedeva che molti di essi sarebbero diventati suoi amici, e perciò pregava per loro il perdono. Essi infierivano, ed egli pregava. Essi dicevano a Pilato: Crocifiggilo! ed egli supplicava: Padre, perdonali. Pur trafitto crudamente dai chiodi, egli non perdeva la sua dolcezza”. L’amore di Gesù non conosce confini, la misura di Gesù è l’amore senza misura. Gesù ci ha amati fino alla fine: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Giovanni 15,13).
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Dio sa che il male si vince solo col bene. Ed è in questo modo che ci ha salvati: non con la spada, ma attraverso la croce. Il Signore ripeterebbe anche a noi le parole che rivolse a San Pietro nel Getsemani, quando il primo degli apostoli tentò di salvare Gesù dall’arresto ferendo ad un orecchio Malco, servo del sommo sacerdote: «Rimetti la spada nel fodero» (Gv 18,11). Dunque l’amore viscerale e gratuito che Dio, “compassionevole e misericordioso” (Es 34,6), prova per tutti noi, diventa il “prototipo” di quel sentimento che a nostra volta noi dovremmo provare nella quotidianità verso il prossimo: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (cfr. Gv 13,34).
Se ancora questo comandamento ci sembrerà distante proviamo a leggerlo con l’aiuto di Sant’Agostino, che ci propone una ricetta semplice da seguire: “Se amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente, non rimarrà in te nulla con cui tu potrai amare te stesso. Ama dunque, ama il tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente!”. Dobbiamo svuotarci di egoismo e narcisismo per riempire il nostro cuore con l’amore per Dio. Solo allora, dopo aver abbandonato i sentimenti che deturpano la nostra natura umana, saremo capaci di amare davvero.
Per gentile concessione di Alessandro Ginotta
Fonte: La Buona Parola, il blog di Alessandro Ginotta https://www.labuonaparola.it/
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