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Alessandro Ginotta – Commento al Vangelo del giorno, 4 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 24, 35-48

Un Dio che non potremmo capire, scende in mezzo a noi, prendendo sembianze umane per meglio interagire e per evitare che, la paura del soprannaturale, che non capiamo, ci spaventi a tal punto da non riuscire a comunicare con Lui.ย Un Dio che vuole โ€œaccorciare le distanzeโ€ tra il cielo e lโ€™uomo. Un Dio che arriverร  al punto di incarnarsi in un Bambino, venendo al mondo in una stalla, pur di entrare in relazione con noi.

Sono molti gli episodi narrati nei Vangeli in cui Cristo, risuscitato, appare con un aspetto diverso:ย 

โ€œIn quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da รˆmmaus] narravano ciรฒ che era accaduto lungo la via e come lโ€™avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesรน in persona stette in mezzo a loro e disse: ยซPace a voi!ยป. Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: ยซPerchรฉ siete turbati, e perchรฉ sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io hoยป. Dicendo questo, mostrรฒ loro le mani e i piedi. Ma poichรฉ per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: ยซAvete qui qualche cosa da mangiare?ยป. Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiรฒ davanti a loroโ€ย (Luca 24,35-43).

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Gesรน vuole rassicurare i discepoli: โ€œQuello che vedete sono proprio io! No, non sono un fantasma (qui dovremmo tradurlo come โ€œspiritoโ€ o essere spirituale). Cristo infatti si presenta con un corpo. Ma perchรฉ non viene riconosciuto?

Dopo la morte e Risurrezione di Gesรน, gli apostoli, meravigliati e spaventati, si interrogano su quel corpo che sta davanti ai loro occhi. Alcuni di loro avevano assistito alla frenetica cattura, altri si mescolarono alla folla esagitata durante il processo, uno di loro rimase, insieme a Maria, ai piedi della Croce. Ma tutti, proprio tutti, avevano udito il racconto della sua morte, di come avesse piegato il capo, del terribile colpo di lancia al costato. E poi la deposizione nel Sepolcro, il Telo che avvolse il corpo martoriato, il masso che sigillรฒ lโ€™apertura. Come poteva essere Lui? Eโ€™ morto!  

โ€œMa poichรฉ per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: ยซAvete qui qualche cosa da mangiare?ยปโ€ (v. 41), Gesรน le prova proprio tutte per convincerli! Intenerisce vedere questo lato cosรฌ umano di Cristo che combatte con unโ€™altra fragilitร  umana: lโ€™incredulitร . Erano troppo pieni di gioia e di stupore per crederci. Ma davvero Gesรน non venne riconosciuto soltanto per la troppa felicitร ?

Il corpo, lโ€™aspetto, per Dio รจ uno โ€œstrumentoโ€ attraverso il quale si mette in relazione con noi. รˆ giร  difficile concepire il concetto di Dio, figuriamoci se non lo potessimo immaginare con fattezze umane! Dio (in tutte e tre le Persone) si presenta ad Abramo sotto forma di tre viandanti (cfr. Genesi 18:1-5). Nel capitolo successivo, due di questi individui si recheranno anche a Sodoma, dove incontreranno Lot prima della distruzione della cittร . In quel caso la Bibbia parlerร  di angeli (cfr. Genesi 19,1). Il termine utilizzato nel testo ebraico รจ malakhรฌm, che significa โ€œinviatoโ€, โ€œangeloโ€ o โ€œmessaggeroโ€.

Un Dio che non potremmo capire, scende in mezzo a noi, prendendo sembianze umane per meglio interagire e per evitare che, la paura del soprannaturale, che non capiamo, ci spaventi a tal punto da non riuscire a comunicare con Lui. Un Dio che vuole โ€œaccorciare le distanzeโ€ tra il cielo e lโ€™uomo. Un Dio che arriverร  al punto di incarnarsi in un Bambino, venendo al mondo in una stalla, pur di entrare in relazione con noi.

In questo episodio, il Risorto stabilisce con i suoi discepoli rapporti diretti, attraverso il contatto e la condivisione del pasto. Li invita ad osservare che il suo corpo risuscitato porta i segni della passione. Questo corpo, autentico e reale, possiede perรฒ, al tempo stesso, le proprietร  nuove di un corpo glorioso: un corpo che non รจ piรน situato nello spazio e nel tempo, ma puรฒ rendersi presente a suo modo dove e quando vuole, poichรฉ la sua umanitร  non puรฒ piรน essere trattenuta sulla terra (cfr. Giovanni 20,17). Gesรน apparirร  nel Cenacolo e poi scomparirร , senza passare attraverso le porte. Si puรฒ โ€œmaterializzareโ€ e โ€œsmaterializzareโ€ a piacimento. Dunque, quello di Cristo Risorto, รจ un corpo e, al tempo stesso, non รจ un corpo. Unโ€™anticipazione di questo fatto la vedemmo nellโ€™episodio della Trasfigurazione: โ€œMentre pregava, il suo volto cambiรฒ dโ€™aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgoranteโ€ (Luca 9,29).

Quello che abbiamo davanti oggi รจ un Gesรน che ha โ€œelevatoโ€ la sua forma materiale. Si trova โ€œa mezzโ€™ariaโ€ tra il cielo e la terra. Eโ€™ diverso. Eโ€™ un poโ€™ meno uomo ed un poโ€™ piรน Dio. Forse ci vuole abituare al โ€œdistaccoโ€, o meglio alla โ€œtrasformazioneโ€ del rapporto. Perchรฉ Dio รจ sempre con noi: โ€œEcco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโ€ (Matteo 28,20), solo lo รจ in unโ€™altra forma. Con unโ€™altra modalitร .

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โ€œLa risurrezione di Cristo โ€“ spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica โ€“ non fu un ritorno alla vita terrena, come lo fu per le risurrezioni che egli aveva compiute prima della pasqua: quelle della figlia di Giairo, del giovane di Naim, di Lazzaro. Questi fatti erano avvenimenti miracolosi, ma le persone miracolate ritrovavano, per il potere di Gesรน, una vita terrena ยซ ordinaria ยป. Ad un certo momento esse sarebbero morte di nuovo. La risurrezione di Cristo รจ essenzialmente diversa. Nel suo corpo risuscitato egli passa dallo stato di morte ad unโ€™altra vita al di lร  del tempo e dello spazio. Il corpo di Gesรน รจ, nella risurrezione, colmato della potenza dello Spirito Santo; partecipa alla vita divina nello stato della sua gloria, sรฌ che san Paolo puรฒ dire di Cristo che egli รจ lโ€™uomo celesteโ€ (CCC 646).

Io non credo affatto che il Dio che creรฒ il mondo, che aprรฌ le acque del Mar Rosso per consentire ad una popolazione di salvarsi, che moltiplicรฒ pochi tozzi di pane e qualche pesce permettendo a migliaia di persone di cibarsi, che riportรฒ in vita defunti, che guarรฌ ammalati ed ha compรฌ innumerevoli altri miracoli e prodigi, non fosse in grado di presentarsi con le stesse sembianze di quando era in vita. Io penso che lo avrebbe potuto fare, se solo avesse voluto. Devโ€™esserci qualche altra spiegazione: Voleva mettere alla prova la nostra fede? Voleva insegnarci a non fermarci alle apparenze?

Sono domande che mi sono posto anchโ€™io e credo di potervi offrire quella che non รจ certo una risposta universale, ma รจ la risposta che mi sono dato e che condivido volentieri con voi:

Neanche vedere il Maestro mangiare riuscรฌ a convincere i discepoli. Avevano visto le ferite, avevano udito la voce che per mesi e mesi li aveva rapiti con mille discorsi. Avevano udito le parole di Gesรน: โ€œil Cristo patirร  e risorgerร  dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccatiโ€ (vv. 46,47). Eppure niente. Quellโ€™ostinata incredulitร  non potรฉ essere vinta. Finchรฉ Gesรน non operรฒ un altro miracolo:  โ€œAllora aprรฌ loro la mente per comprendere le Scrittureโ€ (v. 45). 

E questo fatto ci parla e ci dice che noi non possiamo proprio nulla, senza Gesรน. Che abbiamo bisogno di Lui per capire, per crescere, per vivere: โ€œSenza di me non potete fare nullaโ€ (Gv 15,5) ci ha detto. Ed รจ vero. Dobbiamo avere il cuore dei piccoli, dei poveri in spirito, per riconoscere che non siamo autosufficienti, che non possiamo costruire la nostra vita da soli, ma abbiamo bisogno di Dio, abbiamo bisogno di incontrarlo, di ascoltarlo, di parlargli. Dโ€™altra parte Gesรน aveva detto: โ€œBeati i puri di cuore, perchรฉ vedranno Dioโ€ (Mt 5,8). รˆ la purezza del cuore che permette di riconoscere il volto di Dio in Gesรน Cristo; รจ avere il cuore semplice come quello dei bambini, senza la presunzione di chi si chiude in se stesso, pensando di non avere bisogno di nessuno, neppure di Dio.

Abbiamo bisogno di Dio per capire Dio. Abbiamo bisogno di Dio per avere un riferimento preciso, uno scopo nella vita. Chi perde la fede perde anche, a poco a poco, la gioia di vivere e, presto o tardi, cade in depressione, perchรฉ, come scrive Santโ€™Agostino: โ€œIl nostro cuore รจ inquieto finchรฉ non riposa in Dioโ€. Sappiamo che Dio non desiderรฒ conservare gelosamente per sรฉ la sua divinitร , ma rinunciรฒ alle comoditร  dei cieli per incarnarsi in un Bambino e venire a vivere in mezzo a noi. Serve un Dio che si faccia uomo, per far capire allโ€™uomo Dio

Fonte: La Buona Parola, il blog di Alessandro Ginottaย https://www.labuonaparola.it/
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