Siamo troppo pessimisti: un po’ come accadde ai discepoli di Emmaus siamo tentati di credere che tutto sia finito, che Dio sia morto. Invece Egli è qui, più vivo che mai, e interagisce con la nostra vita molto di più di quanto lo riteniamo.
Tutto è finito. O forse no?
Dio è morto (o forse no?): «Era già circa l’ora sesta e si fece buio su tutta la terra fino all’ora nona perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo e Gesù, esclamando a gran voce disse: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. Detto questo, spirò. Ora, il centurione, vedendo l’accaduto, glorificava Dio dicendo: “Veramente quest’uomo era giusto!”. E tutte le folle accorse insieme a quella visione, avendo osservato l’accaduto, se ne tornavano percotendosi il petto. Stavano là tutti i suoi conoscenti, da lontano, e anche le donne che l’avevano seguito insieme fin dalla Galilea, a vedere queste cose» (Lc 23,44-49)
Sgomento, tristezza, incredulità, incertezza e delusione mista a paura sono i sentimenti che serpeggiano tra la folla che si sta sciogliendo ai piedi del monte Calvario. Persone smarrite nell’anima, si disperdono prendendo le direzioni più diverse.
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Tra di loro, anche i discepoli spaesati. Alcuni torneranno sulle rive del mare di Galilea: smetteranno di pescare uomini (cfr. Matteo 4,19) per tornare ad occuparsi della cosa che viene loro più naturale: catturare pesci, o almeno tenteranno di farlo, salvo poi rendersi conto che senza di Lui non potranno far nulla (cfr. Giovanni 15,4). Mentre gli abitanti delle campagne, sconsolati, torneranno ai loro paesi. […] Continua a leggere qui.
Per gentile concessione di Alessandro Ginotta
Fonte: La Buona Parola, il blog di Alessandro Ginotta https://www.labuonaparola.it/
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