Quando ti sei lasciato sorprendere da Dio l’ultima volta? (Se vuoi puoi rispondermi nei commenti). Finché osserverai Dio con lo sguardo di un adulto non riuscirai mai a comprenderlo. Hai mai provato a guardarlo attraverso gli occhi di un bambino?
San Matteo ci offre, con questo brano di Vangelo, la preghiera di Gesù: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (v. 25). Il Figlio di Dio si meraviglia di vedere come, i bambini e le persone semplici, riescano a cogliere e ad accogliere la sua Parola. E questo piacevole stupore si trasforma in preghiera di ringraziamento.
E tu, quando ti sei lasciato sorprendere da Dio l’ultima volta? È bello stupirsi per le azioni di Dio. Perché Dio rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti, e ci dice: “fidati di me, non avere paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi!”. Sì, è questo che ci vuole: l’innocenza di sapere riconoscere la bellezza della vita con Dio nel cuore. Stupirsi per un raggio di sole, perché ci rendiamo conto che proprio Dio lo ha creato per noi. Stupirsi per la bellezza della natura che ci circonda, perché Dio l’ha fatta piacevole per noi. Meravigliarsi davanti al sorgere della luna od al luccicare di una stella…
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Hai visto quante cose ci possono stupire perfino nella semplicità? In ciascuna di esse possiamo rintracciare la presenza di Dio. Egli si nasconde in una nuvola, che assume mille forme sospinta dal vento. Dio si cela in una foglia che cade ed in un fiore che spunta. Tutto, attorno a te, è abitato da Dio: “ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra di mutamento” (Giacomo 1,17).
Così scopriamo che, per vedere Dio, dobbiamo guardarlo con gli occhi dei bambini; dobbiamo ritrovare lo sguardo delle tante persone innocenti che ancora si lasciano meravigliare, senza permettere al male, di rubare loro la fantasia, la gioia di vivere, la capacità di apprezzare la bellezza che ci circonda. “Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (v. 25).
Dio è dei piccoli. Piccoli di età, come i bambini innocenti e curiosi, che lo cercano. Ma Dio è anche dei “piccoli grandi”, cioè di coloro che, essendo semplici ed umili di cuore, superano in levatura morale e spirituale qualunque gigante.
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Penso a San Francesco, che si fece piccolo spogliandosi di tutto e riempiendosi d’amore per il Creatore, il creato creato le sue creature. Mi viene in mente Santa Teresa di Calcutta, piccola matita di Dio, goccia nel mare della bontà. E mi viene in mente Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia e compatrona d’Europa, che mostrò i segni della sua santità appena dodicenne.
Non dobbiamo dimenticare che la “piccolezza” alla quale si riferisce Gesù né si misura con il metro, né con l’età anagrafica, ma con l’umiltà. Così, il piccolo, è colui che si sa abbassare. Chi sa mettersi in discussione. Chi non si aggrappa a comodi preconcetti, ma è pronto ad ammettere di non avere sempre ragione. Chi sa dire “mi dispiace”. Chi sa “pensare” anche con il cuore e non solo con la mente. Chi si sente sempre bambino agli occhi di Dio e, proprio come un bambino, è capace di affidarsi totalmente a Lui ed alla sua Parola.
Sì, perché non è facile capire Dio. E, la nostra piccolezza, risiede anche in questo: saperci fidare di Lui perfino quando proprio non riusciamo a comprenderlo. Facciamo un esperimento? Proviamo a raggiungere, anche se soltanto nella fantasia e per un solo istante il monte Calvario nel momento più buio del mondo:
Guarda quelle nubi minacciose e scure che si addensano all’orizzonte. Ascolta il rombo del tuono, che si fonde con il rumore della terra che si spacca e trema sotto ai tuoi piedi. Massi pesanti rovinano lungo i pendii. Il mondo intero sembra unirsi in un singolo, atroce, gemito di dolore. Guarda negli occhi queste persone che, a vario titolo, sostano sotto la Croce: nessuno, proprio nessuno, in quel momento, ha capito che quello che sta vivendo non è l’ultimo capitolo del libro di Dio. No. Perché dopo la Croce, sotto la quale ci troviamo anche noi ora, c’è la Risurrezione!
Se ci pensi bene, scoprirai che tutta la vita di Gesù, dalla nascita in una mangiatoia, all’infanzia nella bottega del falegname, alla maturità tra il mare della Galilea ed il deserto, a piedi, “senza neppure un luogo dove appoggiare il capo” (cfr. Luca 9, 51-62), fino alla flagellazione e alla morte in Croce, è una vita vissuta all’insegna dell’inattesa umiltà, della pacatezza sorprendente, della piccolezza disarmante.
Perché ti ho portati qui oggi? Perché desidero capire, insieme a te, che la logica di Dio sfugge dal nostro ragionamento. Che siamo troppo “piccoli” per comprendere come Dio ragiona, che cosa pensa, perché si comporta in un modo che, spesso, non siamo capaci di capire. Perché Gesù, umile sulla Croce, nel silenzio ha vinto il mondo (cfr. Giovanni 16,33) ed ha sconfitto la morte con la sua Risurrezione. E nessuno lo aveva capito. Forse neppure noi, nel nostro cuore.
Vuoi capire meglio Dio? Torna bambino! Riscopri la genuinità e la purezza delle cose semplici. Ricorda come si fa per provare meraviglia davanti ad un fiore che sboccia o per una lucciola che illumina il buio della notte. È veramente necessario assomigliare a quei bambini che Gesù ama e accarezza (cfr. Marco 10,16), e che sono felici di essere amati da Lui. Perché l’infinito non lo si comprende misurandolo, ma contemplandolo con il cuore!
Fonte: La Buona Parola, il blog di Alessandro Ginotta https://www.labuonaparola.it
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