Cerchiamo la Mamma. In cielo, come in terra, quando qualcosa non va bene, quando siamo spaventati e, perché no, anche quando vogliamo raccontare qualcosa di bello, ci viene naturale cercare la Mamma. Così l’Ave Maria, questa preghiera che, ben detta può far tremare perfino l’inferno, è diventata la preghiera più diffusa e conosciuta.
Abbondano di questi tempi le manifestazioni mariane più insolite: statue che lacrimano, apparizioni, messaggi. Alcune sono soltanto l’espressione di una spregiudicata speculazione ma è innegabile che molte apparizioni non solo sono state riconosciute dalla Chiesa, ma sono così evidenti e documentate da non potersi in nessun modo negare. L’abate René Laurentin, uno dei massimi esperti viventi, ha compilato nel suo imponente Dizionario delle apparizioni della Beata Vergine Maria, pubblicato in italiano nel 2010, più di duemila eventi eccezionali in cui la Madonna è apparsa, documentando tali manifestazioni dal periodo iniziale del cristianesimo fino ai giorni nostri. Perché tante volte? Cosa ci vuole dire la Madre di Dio? O forse, cosa cerchiamo noi da Lei?
La risposta è proprio in questi versetti di Vangelo: “Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé” (vv. 26-27). È lo stesso Gesù che, dall’alto della croce, affida attraverso l’apostolo san Giovanni evangelista, l’umanità intera alla Madre di Dio e viceversa.
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Abbiamo una Madre che ci difende, ci insegna, ci accompagna; che non si vergogna dei nostri peccati. Eccola Maria, la Donna del sì, colei che, in tutta la sua vita, non ha mai chiesto nulla per lei, ma solo per gli altri. Pensiamo a Cana, quando la Vergine si preoccupa perché al banchetto di nozze è terminato il vino. Scrive il predicatore pontificio, Padre Raniero Cantalamessa: “Maria, pur essendo la Madre di Dio, non considerò un tesoro geloso questo suo rapporto unico con Dio, ma spogliò se stessa di ogni pretesa, assumendo il nome di serva e apparendo all’esterno simile a ogni altra donna. Visse nell’umiltà e nel nascondimento, obbedendo a Dio, fino ad accettare la morte del Figlio, e la morte di Croce”. Umile e generosa, essere perfetto, è la più grande di tutte le Donne ma, come recita il Magnificat: “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome”, Maria riconosce a Dio tutti i meriti della sua condizione.
La Donna del sì, la Donna che, come ci ricorda san Bernardo di Chiaravalle, in quella bellissima preghiera che è il memorare, non può rifiutarci nessuna grazia: “Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito che qualcuno sia ricorso alla tua protezione, abbia implorato il tuo patrocinio e domandato il tuo aiuto, e sia rimasto abbandonato. Sostenuto da questa fiducia, mi rivolgo a te, Madre, Vergine delle vergini. Vengo a te, con le lacrime agli occhi, colpevole di tanti peccati, mi prostro ai tuoi piedi e domando pietà. Non disprezzare la mia supplica, o Madre del verbo, ma benigna ascoltami ed esaudiscimi”.
Il legame tra esseri umani e cielo, quello che oserei chiamare il cordone ombelicale che unisce l’umanità intera a Dio, passa attraverso alla Madonna. Si legge nella lumen gentium: “La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce […] l’unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia. Infatti ogni salutare influsso della beata Vergine […] sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia” (535). Ecco che Maria non oscura nessuno, ma, proprio come una Mamma, è la persona a noi più vicina alla quale ci rivolgiamo per parlare con il Padre (Dio).
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Allora a questa Mamma celeste chiediamo di farsi sempre più ponte tra noi e Dio per portare le nostre preghiere di pace e di salvezza dritte al cuore del Signore.
Fonte: La Buona Parola, il blog di Alessandro Ginotta https://www.labuonaparola.it
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