Dedicato a chi soffre, per la perdita di una persona cara.
Seguiamo anche noi, Maria Maddalena, mentre tenta timidamente di affacciarsi alla porta del luogo dove è stato sepolto Gesù. Ascoltiamo anche noi l’Angelo domandare: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» (v. 15). E’ così. Quando una persona ci lascia, il primo sentimento che proviamo è la sensazione di un vuoto incolmabile, proviamo una tristezza immensa che sfocia in un pianto irrefrenabile. Ma la persona cara, in quel momento, non è più lì. E non perché sia terminata definitivamente la sua esistenza con l’ultimo battito del cuore, oh no! Ma perché questa persona ha già iniziato a vivere sotto un’altra forma.
In questo caso si tratta di Gesù. Ma oggi vorrei provare, insieme a voi, ad estendere il concetto per prendere in considerazione tutti coloro che non sono più qui. Tutte le persone per le quali anche noi, un po’ come Maria Maddalena, abbiamo pianto davanti al sepolcro.
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Chi mi segue da qualche tempo saprà che un concetto che richiamo spesso è quello della “scintilla di Dio”. La luce che brilla dentro al cuore di ciascuno di noi: la nostra anima. In alcuni, questa luce è più luminosa: santi, beati, donne e uomini comuni la cui fede è una forte lampada che rischiara non soltanto il loro cammino, ma anche quello di chi sta loro accanto. In altri, il dolore, la sofferenza, le esperienze della vita, hanno alzato una cortina di fumo attorno a questa scintilla che, pur continuando ad ardere, dall’esterno appare troppo fioca. Ma al di là di questa nube, più o meno densa, ciascuno di noi ha dentro di sé una piccola fiammella che viene da Dio. Anzi, che è parte di Dio: “Rimanete in me e io in voi” (Gv 15,4) ci raccomanda Gesù. […] Continua a leggere qui.
Per gentile concessione di Alessandro Ginotta
Fonte: La Buona Parola, il blog di Alessandro Ginotta https://www.labuonaparola.it/
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