Accanto all’immagine di Mosè-condottiero, guida degli israeliti attraverso le acque del Mar Rosso, pensiamo anche al Mosé-uomo, fuggiasco ed omicida, che si spoglia dei privilegi di essere “fratello” del faraone, per difendere la dignità e la libertà della sua gente
Povero Mosè; il suo era un compito ben arduo! La storia del lungo viaggio tra l’Egitto e la Terra Promessa è costellata di ribellioni. Sono almeno dieci gli episodi in cui il popolo di Israele si rivoltò contro Dio ed il suo condottiero. Il più noto è senz’altro l’adorazione del vitello d’oro: proprio nel momento in cui Mosè stava ricevendo i Dieci Comandamenti da Dio, gli israeliti impazienti decisero di costruirsi un loro dio… un dio (con la “d” volutamente minuscola) che si potesse guardare.
Non ci scandalizziamo troppo, perché capita ancora oggi (ahimè!) di “costruirci un dio a nostra misura e piacimento”. E questo avviene ogni volta che “addomestichiamo” il Vangelo, leggendo solo la parte che più ci fa comodo ed ignorando quella più “scomoda”, oppure quando estrapoliamo una frase dal contesto, utilizzandola per il nostro tornaconto, senza preoccuparci di stravolgerne il significato.
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Ogni volta che “ci sostituiamo” a Dio, arrogandoci la facoltà di giudicare le persone in nome suo, oppure ci auto-assolviamo per qualche peccato o qualche mancanza. […] Continua a leggere qui.
Per gentile concessione di Alessandro Ginotta
Fonte: La Buona Parola, il blog di Alessandro Ginotta https://www.labuonaparola.it/
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