NELLA MANI DI DIO
Comunemente accompagnata da un sospiro di rassegnata impotenza, quando ci si trova in una situazione nella quale non si vedono sbocchi, alternative possibili, o quando si รจ ormai perduta ogni speranza, si suole invocare lโintervento divino esclamando โSiamo nelle mani di Dio!โ.
Stranamente la stessa espressione non si usa quando ci si trova in situazioni positive, gioiose, di felicitร , di benessere. Eppure si รจ sempre nelle mani di Dio, e queste non intervengono solo in extremis per salvare lโuomo da situazioni disperate ma lo accompagnano e sostengono in tutta la sua esistenza.
Se le situazioni della vita potessero vedersi in una diversa prospettiva, piรน positiva, forse si comprenderebbe meglio il significato di โessere nelle mani di Dioโ. Nel Libro del Siracide le mani del Signore sono strettamente collegate alla sua misericordia (Sir 2,18), mettendo in relazione lโagire divino con la sua compassione per lโuomo. Essere nelle mani di Dio indica protezione (Qo 9,1; Sap 3,1). La mano Dio su di una persona รจ quella che guida il profeta nella sua missione (Ez 8,1-3) ed รจ garanzia di mandato divino, protezione (โPoichรฉ la mano del Signore, suo Dio, era su di luiโ, Esd 7,6.9) e segno di benedizione (โLa mano del nostro Dio รจ su quanti lo cercano, per il loro beneโ, Esd 8,22). Mentre essere nelle mani degli uomini, significa essere catturati le mani di Dio, al contrario, sono quelle che non trattengono ma liberano, non chiedono ma donano.
ร chiaro che il Signore, non avendo un corpo, non ha neanche le mani, e queste sono solo unโespressione figurata del suo agire sullโumanitร . Le uniche mani divine che si conoscono sono quelle di Gesรน, le mani del Padre sono le sue mani (Gv 10,28-29), mani che hanno curato, guarito, sostenuto, confortato, aiutato. Quando Gesรน stende la mano non รจ mai per colpire, ma per purificare (Mt 8,3), per salvare (Mt 14,31), per risuscitare e rianimare (Mc 5,41; 9,27; ), per benedire (Mt 19,13), guarire (Mc 6,5; 7,32), restituire la vista (Mc 8,23-25). Gesรน ha ricevuto uno schiaffo (Gv 18,22), ma la sua mano non ha mai schiaffeggiato nessuno.
Quando il Cristo risuscitato si manifesta ai suoi discepoli, la prima parola che pronuncia รจ โPace a voi!โ (Gv 20,19.21). Quello di Gesรน non รจ un augurio (La pace sia con voi), ma un dono. Nella cultura ebraica la pace indicava tutto quel che concorre alla felicitร della persona, alla sua pienezza di vita (Gb 22,21). La pace che Gesรน aveva promesso (โร la pace, la mia, che io vi doโ, Gv 14,27) ora la dona ai suoi discepoli. Ma perchรฉ questa pace diventi efficace ed operativa, Gesรน lโaccompagna con gesti che la rendano concreta; per questo mostra le mani (Gv 20,20), le mani del Crocefisso, che portano indelebili il segno dei chiodi (Gv 20,25). La pace che Gesรน dona scaturisce dai segni del suo amore per i discepoli. Quellโamore che ha fatto sรฌ che lui si consegnasse dando la vita per i suoi (โSe cercate me, lasciate che questi se ne vadanoโ, Gv 18,8), rimane impresso per sempre nella sua carne e diventa il segno distintivo con il quale la comunitร riconosce la presenza del Risorto in mezzo ad essa. Si realizza quanto Gesรน aveva loro promesso: โOra voi siete nella tristezza, ma vi vedrรฒ di nuovo e il vostro cuore si rallegrerร e nessuno potrร togliervi la vostra gioiaโ (Gv 16,22-23). Lโultima volta che Giovanni aveva parlato delle mani di Gesรน, era stato per introdurre la scena della lavanda dei piedi (โGesรน, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle maniโ, Gv 13,3), massima dimostrazione del suo amore agli uomini (โAvendo amato i suoi che erano nel mondo, li amรฒ fino alla fineโ, Gv 13,1). Mostrando le mani, Gesรน fa comprendere che lui, โil Signore e il Maestroโ (Gv 13,14), continua nel suo stesso atteggiamento di servizio e dโamore verso i suoi, e che nessuno puรฒ strapparli dalla sua mano (Gv 10,28). Chi รจ nelle mani di Dio non ha nulla da temere.
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Pertanto, confidare che si รจ nelle mani di Dio non รจ un atto finale, rassegnato, di impotenza, ma quello iniziale, che accompagna e sostiene ogni iniziativa volta a comunicare vita allโaltro, nella certezza che in tutto quel che si fa si รจ accompagnati e guidati da quellโamore che non viene incontro al bisogno degli uomini, ma lo precede. Quelle di Gesรน non sono promesse per il futuro, ma garanzie per il presente. Lui, come il pastore, ha dato la sua vita per evitare ogni danno ai suoi discepoli (Gv 10,11), il Cristo รจ colui che sempre ha soccorso i suoi e ha loro assicurato che, quando non sarebbe piรน stato presente fisicamente, la sua azione sarebbe stata proseguita dallo Spirito, lโamore del Padre che รจ sempre a favore degli uomini e sempre pronto ad aiutarli, un amore efficace che resta con essi โper sempreโ (Gv 14,16). Gesรน garantisce che la presenza dello โSpirito di vitaโ (Gv 14,17) non รจ dovuta a situazioni di pericolo per i suoi, ma รจ costante, e il suo aiuto non nasce come risposta a una situazione di difficoltร della comunitร , ma la precede. Questo permette ai suoi discepoli di non preoccuparsi di nulla. Essere nelle mani di Dio รจ garanzia di piena crescente serenitร , evento ci si trovi ad affrontare, nella certezza โche tutto concorre al bene di coloro che amano Dioโ (Rm 8,28).