HomeVangelo della DomenicaAlberto Maggi - Commento al Vangelo di domenica 27 Ottobre 2024

Alberto Maggi – Commento al Vangelo di domenica 27 Ottobre 2024

Domenica 27 Ottobre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 10,46-52

Commento al Vangelo del 27 Ottobre 2024 a cura di p. Alberto Maggi OSM

Link al video

Trascrizione, non rivista, del video.

[…]

Bene, vediamo. Allora, sono le 20:00. Incominciamo subito. Abbiamo un Vangelo stupendo che ci farร  capire tante, tante cose. Allora, quando leggiamo i Vangeli, dobbiamo sempre tenere presente che cosa sono, cioรจ la loro natura. Gli Evangelisti non intendono trasmettere tanto dei fatti, ma delle veritร . La loro non รจ una cronaca, ma una teologia, e la loro narrazione non riguarda la storia, anche se contiene indubbiamente elementi storici. Riguarda la fede.

Ecco perchรฉ i Vangeli sono sempre attuali per la vita del credente e della comunitร . Ma se si pretende dai Vangeli di costruire il fatto storico come veramente avvenuto, questo รจ pressochรฉ impossibile per tutti i brani del Vangelo, compresa l’ultima cena. Se volessimo sapere quali sono esattamente le parole che Gesรน ha detto prendendo il pane e il vino, non lo sappiamo, perchรฉ ogni Evangelista ha la sua presentazione. Stasera comprenderemo il perchรฉ di queste differenze.

Abbiamo il Vangelo di Marco, capitolo 10, versetti 46-52: la guarigione del cieco. Sono 13 gli individui curati e guariti da Gesรน in questo Vangelo di Marco, e sono tutti anonimi. Quando un personaggio รจ anonimo, significa che รจ rappresentativo. Solo di due viene data l’indicazione della paternitร : la figlia di Iairo, uno dei capi della sinagoga, e il protagonista del nostro racconto, il figlio di Timeo, Bartimeo, che Gesรน libera dalla cecitร .

La guarigione di questo cieco viene posta dall’Evangelista subito dopo la richiesta di Giacomo e Giovanni di avere i posti d’onore nel regno. Ma ci chiediamo: รจ l’unica volta che Gesรน passa per Gerico? Come mai in questo Vangelo Gesรน incontra un cieco, mentre nel Vangelo di Matteo i ciechi sono addirittura due? Marco e Luca hanno un cieco, Matteo due ciechi. Non รจ che si possa dire: una volta c’era un cieco, un’altra volta ce n’erano due. Queste erano spiegazioni infantili. Quanti erano, e chi erano questi ciechi?

Vediamo. Nell’interpretazione dei Vangeli, naturalmente ci lasciamo guidare da quelle indicazioni che l’Evangelista stesso ci mette per la nostra comprensione. Dicevo che la guarigione di questo cieco viene posta subito dopo la richiesta di Giacomo e Giovanni, che abbiamo visto la volta scorsa, di avere i posti nel regno. Avevano chiesto con arroganza a Gesรน: “Concedici di sedere nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra.”

Questa richiesta avveniva dopo il terzo e definitivo annuncio fatto da Gesรน della sua morte a Gerusalemme. Gesรน era stato chiarissimo. Aveva detto: “Il Figlio dell’uomo sarร  consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno, lo uccideranno, ma dopo tre giorni risusciterร .”

L’inopportuna richiesta dei due discepoli mette in luce la loro cecitร , divorati dall’ambizione e dalla vanitร  di voler avere e di essere ai primi posti, come denuncia Gesรน. Ascoltano, ma non intendono; guardano, ma non vedono.

Dicevamo che in Marco c’รจ un cieco, mentre in Matteo ce ne sono due. Vediamo di comprenderlo. Con l’Evangelista Marco, scrive: “Giunsero a Gerico.” Quando gli ebrei entrarono nella Terra Promessa guidati dal successore di Mosรจ, Giosuรจ, Gerico fu la prima cittร  conquistata. รˆ scritto nel libro di Giosuรจ, con descrizioni atroci, purtroppo attuali: “Votarono allo sterminio, passando a fil di spada ogni essere nella cittร , dall’uomo alla donna, dal giovane al vecchio, perfino il bue, l’ariete e l’asino.”

Questa รจ l’ultima cittร  toccata da Gesรน prima di iniziare la salita a Gerusalemme, la cittร  santa dove non conquisterร  il potere, ma sarร  assassinato dal potere. Scrive l’Evangelista: “Mentre Gesรน partiva…” Qui Marco utilizza il verbo “partire” riferendosi all’Esodo, la liberazione degli ebrei dalla schiavitรน egiziana.

Articoli Correlati