Commento video al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
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La liturgia di questa domenica presenta il battesimo di Gesรน. Questo battesimo da sempre ha creato tanti problemi; Giovanni Battista aveva annunziato un battesimo in segno di conversione per il perdono dei peccati e la gente accorreva a questo invito e ci va anche Gesรน. Ma allora anche per Gesรน il battesimo รจ un segno di conversione per il perdono dei peccati? Quindi anche Gesรน aveva dei peccati? E, se non li aveva, perchรฉ ha partecipato anche lui e ha ricevuto il battesimo? Una sorta di messa in scena? In realtร lโevangelista ci dร la risposta nel testo che scrive; leggiamo il vangelo di Marco, il capitolo primo, i versetti che riguardano proprio il battesimo, tenendo presente questo aspetto: gli evangelisti sono, oltre che dei grandi teologi, anche dei grandi letterati e scrivono secondo quelle che erano le regole letterarie del tempo. Tra queste una regola molto conosciuta e molto seguita era quella stabilita da un famoso Rabbi, Rabbi Ishmael, che aveva stilato le 13 regole della scrittura. In queste regole della scrittura Rabbi Ishmael diceva che, quando vuoi mettere attinenza, assonanza tra un episodio e lโaltro, adoperi delle parole soltanto in questi due episodi.
ร quello che fa lโevangelista. Infatti nella scena del battesimo di Gesรน lโevangelista adopera le stesse identiche parole che userร soltanto al momento della morte. Allora qual รจ il significato che ora vedremo? Il battesimo era un simbolo di morte al proprio passato peccatore; ebbene anche per Gesรน il battesimo รจ un segno di morte, ma non a un passato di peccatore che lui non, ma di accettazione di morte nel futuro.
Uno si puรฒ chiedere: ma come poteva sapere Gesรน che sarebbe morto, che sarebbe stato ucciso? ร facile: Gesรน con il battesimo sโimpegna a testimoniare la fedeltร del Padre e fedeltร del Padre significa mettere il bene dellโuomo sempre al primo posto, al di sopra delle leggi divine, e per la trasgressione delle leggi divine cโera la morte.
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Ma vediamo quello che ci scrive lโevangelista, che โIn quei giorni Gesรน venne da Nร zaret di Galilea, fu battezzato nel Giordano da Giovanniโ e subito, scrive lโevangelista, uscรฌ dallโacqua. Il battesimo รจ un segno di morte, ma la morte non puรฒ trattenere Gesรน; quindi Gesรน immediatamente esce dallโacqua e โvideโ, eccolo il primo dei verbi che lโevangelista adopera qui e poi nel capitolo 15, โvide squarciarsi i cieliโ, non aprirsi. Qualcosa che si apre poi si puรฒ anche chiudere; qui lโevangelista adopera il verbo lacerare, squarciare perchรฉ una volta che si รจ lacerato, squarciato non si puรฒ piรน ricomporre. Si credeva a quel tempo che Dio fosse talmente arrabbiato con il suo popolo che aveva sigillato i cieli; dal momento che Dio vede nel Figlio Gesรน lโimpegno di manifestare quello che lui รจ realmente, amore incondizionato, i cieli non si aprono, ma si lacerano, si squarciano. Con Gesรน la comunicazione con Dio sarร sempre ininterrotta.
Ebbene, lo stesso verbo โsquarciareโ lo troviamo al capitolo 15, al versetto 38, al momento della morte di Gesรน quando lโevangelista scrive โil velo del tempio si squarciรฒ in dueโ. Nel santuario cโera una grossa cortina, un velo, che nascondeva la presenza di Dio e, nel momento che Gesรน muore, questo velo si lacera. Ecco chi รจ Dio: un uomo che รจ stato crocifisso per donare il suo amore.
E Gesรน quindi vide squarciarsi questi cieli e โlo Spirito scendere su di lui come una colombaโ. Era proverbiale lโattaccamento della colomba al suo nido; si diceva nel mondo del tempo โcome amor di colomba al suo nidoโ. La colomba รจ quellโanimale che si affeziona al nido originario, anche se io glielo cambi, torna sempre allโoriginario. Allora Gesรน รจ il nido dello Spirito. Su Gesรน scende โloโ Spirito, con lโarticolo determinativo, cioรจ tutta la totalitร dellโenergia, della capacitร dโamore da parte del Padre. E poi dopo Gesรน battezzerร in Spirito con la sua azione di santificare, Spirito Santo, per separare le persone dal male.Ebbene, questo termine lo ritroviamo nel momento della morte di Gesรน quando lโevangelista scrive โGesรน, dando un forte grido, spirรฒโ, rese lo Spirito. Quello Spirito che aveva ricevuto al momento del battesimo nella pienezza Gesรน lo consegna a quanti lo accolgono come modello della propria vita.
E si sentรฌ โuna voceโ; questo termine โvoceโ poi lo troviamo anche nel momento della morte di Gesรน, quando lโevangelista scrive che โdando un forte gridoโ, โvoceโ e โgridoโ nella lingua greca si scrivono alla stessa maniera, โfonรจโ (fonetico), da cui i termini che conosciamo anche italiano, fonico, eccetera. Sembra strano che un moribondo dia un forte grido; non รจ il grido di un morente, รจ un grido di un vittorioso, di uno che con il suo amore ha sconfitto la morte. Quindi questo termine โvoceโ e โgridoโ lo ritroviamo qui e nel momento della morte di Gesรน.
Ed ecco la proclamazione da parte di Dio nel battesimo โtu sei il mio Figlio predilettoโ, prediletto significa โcolui che eredita tuttoโ, quindi in Gesรน cโรจ tutto di Dio. Non si puรฒ contrapporre Gesรน a Dio, in Gesรน cโรจ tutto di Dio; e โin te mi sono compiaciutoโ. Ebbene, praticamente la stessa espressione la troviamo nella crocifissione in bocca a chi? Non a un discepolo, neanche a un familiare, ma a un pagano. La persona ritenuta piรน lontana da Dio, vedendolo spirare in quel modo, il centurione dice โveramente questโuomo era Figlio di Dioโ. Quindi gli stessi termini che lโevangelista adopera nel battesimo, li usa poi per la morte, per significare che allora che il battesimo di Gesรน รจ lโaccettazione di essere testimone fedele dellโamore del Padre, anche a costo di andare incontro alla morte.