Sulla parabola dei posti a tavola.
Gli invitati si disputavano quelli di maggior prestigio, volevano stare accanto al padrone, fare bella figura, ricevere i bocconi migliori. Non stupisce, la corsa ai primi posti è da tutti i tempi, e la storia è piena di casi clamorosi.
- Cesare diceva di sé: «Piuttosto primo in un villaggio, che secondo a Roma».
- Il principe Valentino, proposto come esempio da Machiavelli, gli ha fatto eco: «Aut Caesar aut nihil». «Se non arrivo a primeggiare come il grande Cesare, preferisco essere niente e nessuno».
- Ricordiamo gli “llaneros” (i gauchos o cow boys delle pianure) dalla lontana Colombia, che si dicevano come slogan: «Sopra il mio cavallo, io solo. E sopra di me, soltanto il mio sombrero».
Sulla seconda parabola, che riguarda chi si deve invitare a cena.
- Diceva con umorismo santa Teresa di Lisieux alle giovani suore sue novizie: «La sola cosa che non sia invidiata in questo mondo, è l’ultimo posto».
- Eppure «Noi siamo angeli con un’ala sola, e possiamo volare solo tenendoci abbracciati» (Luciano De Crescenzo).
- E «se ciascuno aiutasse gli altri, ognuno sarebbe aiutato» (Marie von Ebner-Eschenbach).
- I pigmei, piccoli cacciatori d’Africa, hanno un proverbio da suggerirci: «Quelli che si aiutano a vicenda, portano a casa l’elefante».