p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 10 Settembre 2023

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Vorrei imparare a vivere come la sentinella: attento, sempre. Non vigile contro i nemici. Non come una sentinella di quelle che tengono lontano i pericoli armando gli occhi e gridando allarmi. No, vorrei imparare a essere un uomo attento prima di tutto al suono delle Sue labbra โ€œquando sentirai dalla mia bocca una parolaโ€. Un uomo coraggioso, capace di perdere tutto pur di non perdere la veritร .

Come vorrei essere come una sentinella non impaurita dalla vita, non una che guarda lโ€™orizzonte per chiudersi in difesa e non permettere invasioniโ€ฆ ma uomo coraggioso prima di tutto con se stesso. Il profeta Ezechiele รจ un portatore di avvertimenti divini e corpo che si assume il rischio di entrare in relazione con il male, perchรฉ la vita non la si cambia condannandola ma assumendola. Una sentinella attenta e disponibile a compromettersi.

Non sono preoccupato per la mancanza di gente tra le mura della chiesa, quello in fondo รจ un segno anche buono, sono preoccupato per la vita dura in assenza di sentinelle, sono preoccupato di non farcela a camminare fino al cuore profondo della Parola, perchรฉ non bastano i maestri serve qualcuno che si prenda cura di me e che sia disposto a condividere il mio destino. Sono preoccupato perchรฉ se non trovo profeti veri, gente che si lascia compromettere dalla mia miseria io del Vangelo sentirรฒ sempre un sapore lontano, un vago profumo rassicurante.

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Come vorrei che rimanesse solo lโ€™amore, adesso, solo la Caritร . Solo la forza che feconda la vita. Sogni del paradiso che sarร . Ma forse almeno si puรฒ ripetere che se non danza lโ€™amore dentro le leggi che reggono il mondo a nulla vale appellarsi al diritto. Che unico nostro diritto รจ di essere amati, e ugual cosa nel conto dei doveri.

Come vorrei che tutta lโ€™impalcatura si svelasse per quel che deve essere: un grande immenso pretesto. Ogni cosa รจ un pretesto, ogni respiro, ogni inchino, ogni lacrima, ogni cammino. Ogni oggetto di questa stanza, ogni libro, ogni poesia, ogni incubo, ogni dolore. Ogni utensile della cucina, ogni pagina del vangelo, ogni ramo di questo bosco che chiede di essere guardato oltre lโ€™orizzonte del mio computer, ogni goccia di questa pioggia estiva e ogni preoccupazione che non smette di torturare il cuore. E anche la Legge ceda lโ€™abito del comandamento e si sveli per quello che รจ: un pretesto per amare, per sentirsi responsabili della felicitร  di ogni uomo. Una Chiesa che si converta alla caritร , che cambi per amare, per non aver altro debito se non โ€œlโ€™amore vicendevoleโ€.

Come vorrei imparare a chiamare e a sentire fratello ogni persona che commetterร  una colpa contro di me. Il primo modo per smascherare il male e impedirgli di inventare nomi nuovi: che la colpa non ci trasformi in nemici. Il primo gesto profetico della sentinella รจ sentire fratello soprattutto chi compie il male, รจ sentirsi parte del grande universo, sentirsi un corpo solo con gli uomini, gli animali, le piante e lโ€™aria. E se il male colpisce a qualsiasi livello sentirsi feriti. Come fratelli.

Essere immersi in una specie di compassione cosmica. รˆ liberazione divina che diventa dono mio: non interessa ciรฒ che capita, mi interessa come la vivo!

Zitto per imparare a piangere il volto della vita รจ sfregiato, a evitare di assumere con orgoglio mascherato di dolore il ruolo della vittima, a sentirsi se non colpevole almeno responsabile di far parte di un mondo che si scorda di essere solo il pretesto per mostrare il volto dellโ€™amore.

E non cogliere mai lโ€™occasione per la vendetta, mai. Se qualcuno mi fa del male รจ doppiamente colpevole usare lo stesso odio per alimentare fuochi vendicativi.

Anche se sono vittima giusto sarร  non parlarne con nessuno cosรฌ da tenere a bada lโ€™onda di risentimento. Oppure parlarne direttamente solo con chi mi ha fatto male. Ma parlarne solo se in cuore lo si considera ancora davvero fratello.  

Che cessino le prediche di chi non soffre con il carnefice. Se lโ€™altro non lo amo, se non mi sento sentinella compassionevole della sua storia devo stare muto, per sempre. Ogni parola mi trasformerebbe in carnefice.

E se invece gli parlo e lui ancora non mi ascolta ecco la prima impresa a cui sono chiamato, perchรฉ io, la parte lesa, sono il soggetto di questo movimento di riconciliazione (magnifico il vangelo, del colpevole non dice nulla!), io dovrรฒ cercare due o tre testimoni. Testimoni dellโ€™amore. Profeti compassionevoli.

Sono sicuro che se dovessi trovarli, se riuscissi a trovare due o tre persone che sanno testimoniare amore vero, tre persone capaci di ascoltare il dramma mio e di chi mi ha fatto male con sincera compassione io sono sicuro che la mia vita sarebbe giร  cambiata.

Alla fine siamo chiamati a rivolgerci alla Comunitร .  Una Comunitร , una Chiesa capace di veritร  e di compassione, che non giudica, che sente si sente responsabile del dolore, che non finge, che non ha paura di dire la veritร  e di mostrarsi complice del male, che non ha paura di perdere la faccia, che si fa carico della felicitร  dei suoi figli, che non miete piรน vittime, che si sente responsabile anche di me.

Ecco, se trovassi una Comunitร  cosรฌ, anche solo per un istante, mi scoppierebbe il cuore di gioia, avrei conosciuto il Vangelo e correrei ad abbracciare il fratello che, facendomi del male, mi ha portato a vivere la possibilitร  concreta del Vangelo.

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