Il commento alle letture del 22 agosto 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
NESSUNO CI HA PRESI A GIORNATA
Ez 34,1-11; Sal 22; Mt 20,1-16a
Alcuni brani della Scrittura, uno tratto da Libro della Sapienza, uno dalla Lettera di San Paolo ai Romani e un altro ancora attinto dalla Prima Lettera ai Corinzi, pongono la nostra mente dinanzi ad un mistero insondabile e incomprensibile che è la volontà di Dio. Quella di Dio è volontà governata dalla sapienza eterna. Mistero indicibile!
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E chi domanderà: «Che cosa hai fatto?», o chi si opporrà a una tua sentenza? Chi ti citerà in giudizio per aver fatto perire popoli che tu avevi creato? Chi si costituirà contro di te come difensore di uomini ingiusti? Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto (Sap 12,12-13). Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti! O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen (Rm 11,28-36). Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole (1Cor 12,4-11).
Vie, tempi, momenti, modalità attraverso cui il Signore chiama sono un mistero. La sua divina ed eterna sapienza mai potrà essere compresa dal nostro piccolo cuore, dalla nostra fragile e inconsistente mente. Ogni uomo di fede si deve prostrare e adorare la volontà del suo Signore: “Non comprendo, obbedisco, ti adoro, ti servo”. Non si deve servire Dio in se stesso, ma in ogni sua scelta. Gesù è il Maestro nell’adorazione, perché Lui adora la volontà del Padre che si manifesta nel momento della sua condanna a morte per crocifissione. Non è semplice adorare la croce. Eppure il cristiano è chiamato ad adorare Dio in ogni sua decisione e volontà a noi manifestate.
Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Gli operai della prima ora mancano di retta visione di fede. È purissima grazia essere stati chiamati alla prima ora del giorno. Ma neanche sanno che l’amore verso il prossimo obbliga a desiderare sempre il bene più grande per ogni loro fratello.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci di fede pura, corretta, capace di vede Dio sempre.