Credo che anche noi avremmo avuto la stessa reazione dei discepoli nel Vangelo di oggi, vedendo ad un tratto Gesù camminare sulle acque: “Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: “È un fantasma!” e gridarono dalla paura”.
[better-ads type=”banner” banner=”84722″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”right” show-caption=”1″][/better-ads]
Eppure erano nel bel mezzo di una tempesta e la venuta di Gesù avrebbe dovuto rassicurarli. Come mai invece si spaventano? Mi piacerebbe usare questa immagine e questi stati d’animo per ricordare un po’ a tutti noi il fatto che siamo più allenati ad avere a che fare con le tempeste che con la potenza di Dio.
Il male ci stanca, il bene invece ci spaventa. E non è difficile accorgerci che questa cosa è vera. Infatti non di rado quando ci capitano delle cose belle o dei periodi sereni, subito nasce dentro di noi il dubbio che non sia del tutto vero quello che ci sta accadendo e che da un momento all’altro scopriremo la batosta nascosta dietro quell’apparente bene.
Appunto trattiamo il bene come un “fantasma”: invece di rassicurarci ci spaventa. Eppure quel bene, che il Vangelo di oggi ci dice essere Gesù stesso, ci rassicura: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Ma non è facile credergli. Pietro rischia di affogare perché non si fida fino in fondo. Infatti proprio nel momento in cui comincia anch’egli a camminare sulle acque, perde fiducia in Gesù è dà fiducia alla tempesta.
Quando non ci si fida di Dio ci si fida di ciò che ci capita. Si comincia a trarre conclusioni a partire proprio dagli eventi della nostra vita. E se uno pensa di valere in base a ciò che gli è successo, è logico che affoga. Noi siamo sempre molto di più delle tempeste che abbiamo vissuto e che viviamo. E quando sembrano avere la meglio è li che scopriamo la preghiera come il grido più profondo che nasce dalla nostra debolezza: “Signore salvami”. Ma è il bene a vincere, anche sulla nostra sfiducia o incredulità: “Appena saliti sulla barca, il vento cessò”.
Quindi coraggio!
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 14, 22-36
Dal Vangelo secondo Matteo
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net