Per essere cristiani ci sono tante cose da fare e difficili: annunciare la vita e aprire alla speranza (anche a chi non ti vuole credere?), alleviare le ferite degli altri (anche di chi non vuole guarire?), consolare (anche chi non accetta parole di conforto e sguazza nel proprio dolore?), produrre il bene negli altri (anche se non sono predisposti a cambiare?). Insomma, da soli non ce la facciamo.
In realtà questo discorso apparentemente complesso di Gesù ai discepoli si fa semplice nel quotidiano solo se pensiamo alla nostra identità e missione sotto lo sguardo amorevole del Padre: ci ha desiderati, ci ha amati e ci ha offerto la vita piena. Mica poco! Non siamo chiamati a reggere il peso del mondo, ma semplicemente ad essere noi stessi, per portare agli altri quello che il Signore ci ha donato, gratuitamente.
È questo amore libero e totalizzante che ci apre al desiderio di pienezza e ci mette in cammino con la voglia di fare qualcosa per Lui. Ma questo fare non può essere riduttivo, dipendente dalle nostre forze, perché è Lui che ci dà gli “strumenti”, è Lui che ci dona quella luce che è nostro compito riportare agli altri. Per questo il Regno di Dio è vicino: è già in mezzo a noi, non in un futuro da attendere, siamo noi con le nostre vite, è una gioia alla portata di tutti! Annunciare che il Regno di Dio è vicino è quindi porre sugli altri quello stesso sguardo d’amore e trasmettere la libertà e la pace che abbiamo ricevuto in quell’incontro, nella semplicità dell’essere noi stessi in famiglia, a lavoro, con gli amici, come delle tele bianche su cui il Signore poggia la mano e dipinge un armonioso paesaggio.
Ilaria De Lillo
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Riesco a sentire il desiderio che il Signore ha di amarmi?
Come mi chiama a portare luce?
Mi capita di porre dei freni alla speranza con il mio modo di gestire le relazioni?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 10, 7-15
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.