Vangelo di domenica 22 Luglio 2018 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo di domenica 22 Luglio 2018, a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

Gesù invia i suoi discepoli dando loro mandato di curare le anime e, poiché non siamo disincarnati, anche i corpi. Al termine della missione li invita al riposo: non si può sempre dare, bisogna anche ricaricarsi.

RIPOSATEVI UN POCO

Il vangelo di oggi è molto estivo, perché ci parla di vacanze e di riposo. I discepoli che sono stati inviati a coppie a predicare il regno tornano e raccontano a Gesù quello che hanno fatto. L’impressione è che siano contenti, ma certamente stanchi. Il Maestro li invita a sottrarsi alla folla per un po’. Infatti non si può sempre dare, occorre anche potersi ricaricare.

È il ritmo fondamentale della nostra vita. Come per il respiro, per poter espirare occorre aver tirato il fiato, o per il sonno, cui nessuno può sottrarsi, che ci rigenera per poter affrontare una nuova giornata. Anche nelle cose spirituali è così. Il riposo della preghiera è fondamentale per dare energie nuove. Gesù stesso passava notti intere a pregare, perché senza lo Spirito Santo non possiamo fare niente di buono.

Oggi noi siamo travolti da mille attività. Penso a certi genitori che naturalmente lavorano, poi devono occuparsi dei figli, scarrozzarli in giro e vegliare su di loro, dopo hanno la casa, magari il giardino, i nonni… insomma un massacro. In queste condizioni si è esentati dalla preghiera e dalla messa? No! Perché la materia non può avere il sopravento sullo spirito. Non basta il sonno e il cibo per ricaricare, altrimenti saremmo come delle macchine, cui basta aggiungere benzina e olio.

Abbiamo bisogno di qualcosa di nutriente anche per l’anima. Questo lo troviamo nella musica, nell’arte e soprattutto nella preghiera. Inoltre non dipende tutto da noi e dal nostro lavoro, come dice il salmo: Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode. Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno (Sal 127).

Per cui imparare ad affidarsi è il primo trucco per potenziare la propria attività e poi ritagliarsi nella giornata dei momenti da dedicare alla preghiera è un modo molto efficiente di riposare. I grandi santi della carità, nel passato come nel presente, non hanno mai trascurato la preghiera, anche se i bisognosi bussavano alla loro porta a tutte le ore. La conclusione del brano ci dà un ulteriore spunto.

Gesù vedendo la folla che ha lasciato casa e lavoro per cercarlo e stare con lui, ne ha compassione e si dedica a loro insegnando molte cose. Il beneficio della preghiera non sta solo nel riposo dell’anima, ma soprattutto nella compassione del Signore che si dona a chi lo cerca, diventa il suo pastore e lo arricchisce con i doni del suo insegnamento. Possiamo rinunciare a tutto questo?

 

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