La parabola è un elemento tipico del discorso di Gesù: non è un discorso immediato, da interpretare alla lettera; si serve di paragoni e similitudini e, poiché Dio rispetta la libertà degli uomini, ha la prerogativa di risultare luminosa per chi ha il cuore aperto al mistero di Dio; mentre rimane oscura per chi non è interessato al Signore e ha l’animo ingombro da altre attrattive.
La parabola è di origine veterotestamentaria e designa la signoria di Dio sull’universo e, in particolare, sul popolo di Israele, che a motivo dell’alleanza, è sua proprietà particolare.
Gesù è il Messia che instaura il regno, realtà soprannaturale, l’oggetto principale della sua predicazione. La formula “regno di Dio” o “regno dei cieli” ricorre più di 160 volte nel Nuovo Testamento. Il regno di cui Gesù parla indica l’azione dell’amore di Dio misericordioso e universale, che stabilirà la giustizia, la pace, la bontà e l’armonia sulla terra.
Tale signoria di Dio cresce tra gli uomini, misteriosamente, silenziosamente, ma con sicurezza.
La prima parabola parla di un seme che cresce da solo. Marco vuole porre l’accento su ciò che avviene spontaneamente, da parte della terra: una crescita che ha del prodigioso; del resto proprio questo sgorgare della pianta dal seme ha sempre stupito l’uomo. Marco ci dice che il Regno di Dio cresce e lo ritroviamo in tutti quegli elementi positivi di bontà, altruismo, giustizia, generosità, servizio, abnegazione, amore, lealtà……..che avvengono dentro e anche fuori la Chiesa. Questo perché il Regno di Dio, pur se richiede la collaborazione dell’uomo, è anzitutto grazia e dono, che vanno accolti e, nonostante gli attacchi del male, esso giungerà sicuramente al compimento per la forza irresistibile e misteriosa che lo sostiene.
Anche la seconda parabola parla di un regno che cresce, ma facendo risaltare ancora di più il contrasto tra umili e nascosti inizi (il granello di senape è il più piccolo di tutti i semi del terreno) e l’effetto prodigioso della crescita (diventa la pianta più grande e ricca di rami dell’orto). Nonostante gli umili inizi dell’azione di Dio nella persona e nell’opera di Gesù, la sua manifestazione finale condurrà tutta la storia umana nella piena giustizia, pace e libertà.
Allora accogliere il Regno è accogliere Gesù e la sua azione: vittoria sui demoni, guarigioni di ammalati, resurrezione dei morti, perdono dei peccati e misericordia verso tutti gli uomini, potranno addirittura partecipare alla vita stessa di Dio.
Purtroppo è sotto gli occhi di tutti quanto nel corso della storia il male sia diffuso e sembri prevalere sul bene; il regno di Dio spesso è davvero nascosto o all’apparenza sconfitto. Infatti la vera manifestazione del Regno è rimandata quando il Cristo glorioso vincerà definitivamente il male e la morte e “consegnerà il Regno a Dio Padre”, alla fine dei tempi. (1Cor.15,24).
Questa parabola ci insegna come Dio, per diffondere il bene nel mondo, si serve di strumenti umili e semplici. Così Egli ha fatto chiamando gli Apostoli, umili e semplici pescatori, divenuti gli evangelizzatori del mondo. Così continua a fare nella Chiesa: tante volte sono proprio le persone più semplici quelle che ricevono missioni particolari da svolgere per il bene di tutti.
Pensiamo a santa Bernadette, la veggente di Lourdes, che era la più povera tra le coetanee di quel piccolo paese dei Pirenei. La Madonna apparve proprio a lei. E lei stessa diceva: “Se Dio avesse trovato una ragazza più povera di me l’avrebbe scelta per le apparizioni della Vergine Immacolata”.
Pensiamo ai tre pastorelli di Fatima: tre bambini ai quali la Madonna, apparendo, diede un messaggio per il mondo intero. Così sarà anche per noi. Se vogliamo fare del bene dobbiamo essere umili e semplici. Dobbiamo essere come un piccolo seme di senapa gettato nel campo di questo mondo, un piccolo seme che diventa grande agli occhi di Dio.
L’esempio ce lo dà la Madonna. Ella, che è la Piena di Grazia, la Madre di Dio, la Mediatrice, la Corredentrice e Dispensatrice di ogni bene, piacque a Dio soprattutto per la sua umiltà. E proprio per questa umiltà, Ella fu arricchita da Dio più di ogni altra creatura.
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XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Ez 17, 22-24; Sal 91; 2 Cor 5, 6-10; Mc 4, 26-34
Mc 4, 26-34
Dal Vangelo secondo Marco
26Diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; 27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. 28Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; 29e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
30Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
33Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 17 – 23 Giugno 2018
- Tempo Ordinario XI
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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