PAPA FRANCESCO
MEDITAZIONE MATTUTINA DEL 1 GIUGNO 2018 NELLA CAPPELLA DELLA DOMUS SANCTAE MARTHAE
Viviamo in «un mondo di schiavi», di «donne e uomini perseguitati» tramite le colonizzazioni culturali, le guerre, la fame, che distruggono fisicamente e nella dignità: per spiegare queste enormi ingiustizie bisogna capire che dietro tutto c’è il diavolo. È un forte invito a «ripristinare l’immagine di Dio che è noi» quello che Papa Francesco ha rilanciato celebrando venerdì mattina, 1° giugno, la messa a Santa Marta.
«L’apostolo Pietro attira l’attenzione dei fedeli sul fatto della persecuzione» ha fatto subito presente il Pontefice, riproponendo le prime parole del brano tratto dalla prima lettera di san Pietro (4, 7-13) proposto dalla liturgia: «Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano». Perché, ha spiegato, «non è una cosa strana la persecuzione, dice Pietro: non meravigliatevi, non è una cosa strana».
«La persecuzione — ha affermato Francesco — è parte della vita cristiana, anzi essere perseguitato è una beatitudine: “Beati voi quando sarete insultati, perseguitati, a causa del mio nome, beati voi”». E «anche Gesù è stato perseguitato e, anche, ucciso nella persecuzione». Tanto che, ha fatto notare il Papa riferendosi al passo del Vangelo di Marco (11, 11-25), «quando fa quello nel tempio, per purificare il tempio, lo udirono i capi dei sacerdoti — c’è l’autorità massima — e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire». Dunque «Gesù è stato perseguitato a causa della sua fedeltà al Padre». Inoltre, ha spiegato il Pontefice «dal primo momento, dopo il martirio di Stefano, scoppiò una grande persecuzione in tutta la Chiesa: dall’inizio».
«La persecuzione è un po’ “l’aria” della quale vive il cristiano anche oggi — ha affermato il Pontefice — perché anche oggi ci sono tanti, tanti martiri, tanti perseguitati per amore a Cristo». Oggi, ha rilanciato, «in tanti Paesi i cristiani non hanno diritti: se tu porti una croce, vai in galera e c’è gente in galera; c’è gente condannata a morire per essere cristiani, oggi». Francesco ha ricordato che «c’è stata gente uccisa e il numero è più alto dei martiri dei primi tempi. Di più!».
Eppure, ha insistito, «questo non fa notizia e per questo i telegiornali, i giornali non pubblicano queste cose». Ma «i cristiani sono perseguitati — ha affermato il Pontefice — e anche questo ci deve far riflettere sulla nostra condizione di cristiano». La questione è che, alla fine, «io sono un cristiano tranquillo, porto la mia vita avanti senza accorgermi di questi fratelli e sorelle che sono perseguitati».
Proprio «per questo — ha riconosciuto il Papa — la parola di Pietro ci aiuta a ripensare, a riflettere sulla condizione cristiana: “Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio — come un incendio — è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano”». La persecuzione «è una cosa di tutti i giorni anche oggi e oggi, più dei primi tempi» ha ripetuto il Pontefice. E «questa è la persecuzione ai cristiani che è una delle beatitudini».
«Ma c’è — ha messo in guardia Francesco — un’altra persecuzione oggi nel mondo: un’altra persecuzione non ai cristiani per essere cristiani, ma a ogni uomo e donna perché sono l’immagine vivente di Dio». Perché «dietro ogni persecuzione, sia a cristiani sia agli umani, c’è il diavolo, c’è il demonio che cerca di distruggere la confessione di Cristo nei cristiani e l’immagine di Dio nell’uomo e nella donna».
Del resto il diavolo, ha spiegato il Papa, «dall’inizio ha cercato — possiamo leggerlo nel libro della Genesi — di distruggere quell’armonia tra uomo e donna che il Signore ha creato, quell’armonia che deriva dall’esser l’immagine e la somiglianza di Dio». Ed «è riuscito a farlo con l’inganno, la seduzione, con le armi che lui utilizza: sempre fa così». Ma «anche oggi c’è una forza, io direi un accanimento contro l’uomo e la donna, perché altrimenti non si spiegherebbe questa ondata in crescita delle distruzioni all’uomo e alla donna, all’umano».
«Pensiamo al fenomeno della fame» ha proposto il Pontefice. La fame «distrugge l’uomo e la donna perché non hanno da mangiare». Eppure «c’è tanto cibo nel mondo, ma tanta gente non ha da mangiare». Per il Papa «questa ingiustizia si spiega con qualcuno che fa sì che loro non abbiano da mangiare». E ha suggerito: «Pensate allo sfruttamento umano, alle diverse forme di schiavitù che oggi ci sono: l’uomo, la donna, schiavi degli altri, per distruggerli». E «il numero di schiavi nel mondo è grande».
In questa prospettiva Francesco ha anche fatto una confidenza: «Poco tempo fa, ho potuto vedere un filmato fatto di nascosto su un carcere che riceve i migranti che sono fuggiti, trovati nel mare: le torture, la distruzione di quella gente per fare schiavi, oggi, dopo settant’anni dalla dichiarazione dei diritti umani. Oggi!». È in atto, ha aggiunto il Pontefice, «una persecuzione contro l’uomo e la donna per distruggerli». Poi, ha proseguito, «pensiamo alle colonizzazioni culturali, quando gli imperi fanno accettare disposizioni della loro cultura contro l’indipendenza, contro la cultura della gente, impongono cose che non sono umane per distruggere: impongono la morte, la distruzione».
«Il Signore ha capito bene questo cammino: quello che vuole il demonio è la distruzione della dignità e per questo perseguita» ha spiegato il Papa. «Il Signore — ha sottolineato — ha capito bene quando il diavolo lo portò su, sopra il tempio. Gli ha fatto vedere tutti i regni della terra: “Questo sarà tuo se tu adori me, se tu rinneghi di essere immagine di Dio”».
«E alla fine — ha affermato ancora Francesco — possiamo pensare alle guerre come uno strumento di distruzione della gente, dell’immagine di Dio». Ma «pure alle persone che fanno le guerre, che pianificano le guerre per avere una potenza sugli altri: c’è gente che porta avanti tante industrie delle armi per distruggere l’umanità, per distruggere l’immagine dell’uomo e della donna, sia fisicamente sia moralmente sia culturalmente». E, ha ripetuto il Pontefice, oggi si è perseguitati non solo perché cristiani ma anche perché si è «immagine di Dio, e per questo il demonio perseguita e gli imperi continuano le persecuzioni oggi».
«Noi non dobbiamo permetterci di essere ingenui» ha avvertito il Papa. «Oggi nel mondo — ha incalzato — non solo i cristiani sono perseguitati: gli umani, l’uomo e la donna, perché il padre di ogni persecuzione non tollera che siano immagine e somiglianza di Dio. E attacca e distrugge quell’immagine». Francesco ha riconosciuto che «non è facile da capire questo, ci vuole tanta preghiera per capirlo». Perciò il Pontefice ha auspicato «che il Signore, oggi, ci faccia capire ciò, questa grande persecuzione culturale tramite le colonizzazioni culturali, tramite la guerra, tramite la fame, tramite la schiavitù. Che il Signore ci faccia capire: oggi il mondo è un mondo di schiavi; non è facile essere libero, oggi».
Da qui la preghiera del Papa: «il Signore ci dia la grazia di lottare contro questo e ripristinare con la forza di Gesù Cristo — perché lui è venuto per questo, per ricreare, per ripristinare — l’immagine di Dio che è in tutti noi».