Mentre Gesù cammina verso la sua donazione totale, i discepoli pensano ad un primato che non esiste. Gesù parla e domanda con chiarezza e semplicità e per questo i discepoli hanno paura di interrogarlo, non comprendono, tacciono. Poi litigano per il “primo posto”. Gesù, attraverso questo dolore, ci insegna che, nel suo regno, il primato è sinonimo di servizio e che il potere si esplica non nella supremazia gerarchica, ma nella capacità di accogliere e custodire.
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Poesia
Quanto è doloroso.
Quando racconti di te, della tua vita, di quello che ti aspetta e di quello che provi.
E i tuoi, i tuoi cari, i tuoi amici e fratelli.
Non capiscono.
Non ascoltano.
E pensano a loro.
Alla loro posizione.
Hanno pure un po’ paura.
Quanto è doloroso.
A volte taccio per vergogna.
Perché il tuo sguardo. Le tue domande.
Hanno colto quanto sono misera.
Quanto poco ti ascolto.
Quanto tanto penso a me.
E allora taccio per vergogna.
Insegnami la regola del servire, dell’essere piccoli.
Insegnami la regola dell’amore.
Vorrei essere quel bambino.
Preso da te.
Chiuso nel tuo abbraccio.
Vorrei essere quel bambino.
Per poter essere come te.
C’è una grandezza così piccola da stare in un tuo abbraccio.
C’è un primo posto così basso che ci può salire solo un bambino.
C’è un Dio che è così tanta vita che si è fatto uomo che muore ed è da accogliere e abbracciare come un bambino.
C’è un Dio con le gambe per camminare accanto a me.
Con le braccia per abbracciarmi e custodirmi.
Con la bocca per insegnarmi l’amore, per segnarmi con l’amore.
Sei tu.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mc 9, 30-37
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù“
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