Il commento alle letture del 23 Maggio 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
NON GLIELO IMPEDITE
Gc 4,13-1 7; Sal 48; Mc 9,38-40
La Legge del Signore proibisce ad ogni uomo di fare il male. Il male è morte dell’anima, dello spirito, del corpo. Esso va sempre evitato. Ad ogni uomo va insegnato cosa è il male perché non lo faccia, ma anche cosa è il bene perché si dedichi ad esso con tutto il cuore, la mente, i pensieri, l’anima, le forze. Mai né nell’Antico Testamento né nel Nuovo viene vietato ad alcuno di fare il bene che è nelle sue possibilità. Il bene va fatto a tutti sempre. San Giacomo ci ammonisce: “Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato” (Gc 4,17). È regola universale cui ogni uomo è soggetto.
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Nella legge del bene, Gesù va infinitamente oltre l’Antico Testamento. È vero esso aveva dei comandi ben precisi in ordine al bene da parte del Signore. Prima di ogni cosa il bene inizia dall’osservare alla perfezione i Comandamenti della Legge. Poi vi era anche il comandamento sul prossimo da amare come se stessi e anche sul nemico, che va amato, facendogli del bene, mai del male. Il male va sempre evitato.
Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore. Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio (Lev 19.17-18.33-34). Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, se ha sete, dagli acqua da bere, perché così ammasserai carboni ardenti sul suo capo e il Signore ti ricompenserà (Pr 25,21-22).
Gesù supera questi comandi portandoli alla più sublime delle perfezioni. Ai suoi discepoli è chiesta la rinunzia alla loro stessa vita, pur di non fare alcun male all’altro. Gesù non diede tunica, mantello, il suo corpo e il suo sangue ai suoi nemici?
Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5,38-48).
Con la risposta data ai discepoli che tornano dalla missione, viene posto nella storia un altro punto fermo. Nel suo nome tutti potranno fare il bene e tutti lo potranno chiedere. Quando un discepolo di Gesù vede un altro uomo che nel nome di Cristo compie prodigi, miracoli, scaccia i demoni, opera qualsiasi altra cosa, sempre lo si deve aiutare, incoraggiare, sostenere. Dal bene poi con l’aiuto dello Spirito Santo si passerà nella pienezza della verità. Mai si deve chiedere la pienezza della verità o dell’appartenenza. Questa via è stata quella di Dio per tutto l’Antico Testamento. Lui ha chiesto il bene a tutti, sempre. Alla verità si giunge progressivamente.
Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chi fa il bene è per l’uomo, per il Signore, anche per Cristo Gesù, se il bene lo fa nel suo nome. Mai potrà parlare male di Lui. Mai parlerà male dei discepoli. L’appartenenza nella fede è già un bene. Esso va portato alla pienezza della verità, ma mai impedito, ostacolato, condannato. Cristo Gesù, sei sapientemente grande!
Vergine Maria, madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci capaci di discernimento.