1) Preghiera
O Dio, nostro Padre,
che ci hai aperto il passaggio alla vita eterna con la glorificazione del tuo Figlio
e con l’effusione dello Spirito Santo, fa’ che, partecipi di così grandi doni, progrediamo nella fede
e ci impegniamo sempre più nel tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
2) Lettura
Dal Vangelo secondo Giovanni 21,15-19
In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?” Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti amo”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”.
Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi ami?” Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti amo”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”.
Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi ami?” Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”.
3) Riflessione
- Siamo negli ultimi giorni prima di Nel corso della Quaresima la selezione dei vangeli del giorno continua l’antica tradizione della Chiesa. Tra Pasqua e Pentecoste, si preferisce il vangelo di Giovanni. E così, in questi ultimi giorni prima di Pentecoste, i vangeli del giorno riportano gli ultimi versi del vangelo di Giovanni. Quando poi riprenderemo il Tempo Ordinario, ritorneremo al vangelo di Marco. Nelle settimane del Tempo Ordinario, la liturgia procede ad una lettura continua del vangelo di Marco (dalla 1ª alla 9ª settimana del tempo ordinario), di Matteo (dalla 10a alla 21ª settimana del tempo ordinario) e di Luca (dalla 22ª alla 34ª settimana del tempo ordinario).
- I vangeli di oggi e di domani parlano dell’ultimo incontro di Gesù con i suoi Fu un incontro celebrativo, marcato dalla tenerezza e dall’affetto. Alla fine Gesù chiama Pietro e gli chiede tre volte: “Tu, mi ami?” Solo dopo aver ricevuto per tre volte la stessa risposta affermativa, Gesù affida a Pietro la missione di prendersi cura delle pecore. Per poter lavorare nella comunità Gesù non ci chiede molte cose. Ciò che ci chiede è di avere molto amore!
- Giovanni 21,15-17: L’amore al centro della missione. Dopo una notte di pesca nel lago senza prendere un solo pesce, giungendo sulla spiaggia, i discepoli scoprono che Gesù aveva preparato pane e pesci arrostiti sulla brace. Consumato il pasto, Gesù chiama Pietro e gli chiede tre volte: “Mi ami?” Tre volte, perché per tre volte Pietro nega Gesù (Gv 18,17.25-27). Dopo le tre risposte affermative, anche Pietro diventa “Discepolo Amato” e riceve l’ordine di prendersi cura delle pecore. Gesù non chiede a Pietro se ha studiato esegesi, teologia, morale o diritto canonico. Chiede solo: “Mi ami?” L’amore al primo posto. Per le comunità del Discepolo Amato la forza che sostiene e le mantiene unite non è la dottrina, ma l’amore.
- Giovanni 21,18-19: La previsione della morte. Gesù dice a Pietro: In verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non Lungo la vita, Pietro e tutti noi maturiamo. La pratica dell’amore prenderà radici nella vita e la persona non sarà più padrona della propria vita. Il servizio d’amore ai fratelli e alle sorelle prenderà il sopravvento e ci condurrà. Un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi. Questo è il significato della sequela. E l’evangelista commenta: “Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio”. E Gesù aggiunge: “Seguimi.”
- L’amore in Giovanni – Pietro, mi ami? – Il Discepolo Amato. La parola amore è una delle parole che sono oggi più usate da noi. Proprio per questo è una parola che si è molto sciupata. Ma le comunità del Discepolo Amato manifestavano la loro identità ed il loro progetto proprio con questa Amare è innanzi tutto un’esperienza profonda di relazione tra persone in cui c’è un insieme di sentimenti e valori: gioia, tristezza, sofferenza, crescita, rinuncia, dedizione, realizzazione, dono, impegno, vita, morte, ecc. Tutto questo insieme è riassunto nella Bibbia in un’unica parola in lingua ebraica. Questa parola è hesed. La sua traduzione nella nostra lingua è difficile. Generalmente nelle nostre Bibbie è tradotta con carità, misericordia, fedeltà o amore. Le comunità del Discepolo Amato cercavano di vivere questa pratica d’amore in tutta la sua radicalità. Gesù la rivelò nei suoi incontri con le persone con sentimenti di amicizia e di tenerezza, come per esempio, nella sua relazione con la famiglia di Marta e Maria a Betania: “Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro”. Piange davanti alla tomba di Lazzaro (Gv 11,5.33-36). Gesù incarna sempre la sua missione in una manifestazione d’amore: “avendo amato i suoi, li amò fino all’estremo” (Gv 13,1). In questo amore Gesù manifesta la sua profonda identità con il Padre (Gv 15,9). Per le sue comunità, non c’era un altro comandamento, tranne questo “agire come agiva Gesù” (1Gv 2,6). Ciò presuppone “amare i fratelli” (1Gv 2,7-11; 3,11-24; 2Gv 4-6). Essendo un comandamento così centrale nella vita della comunità, gli scritti giovannei definiscono l’amore così: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”. Per questo non dobbiamo “amare solo a parole, ma coi fatti e nella verità”. (1Gv 3,16-17). Chi vive l’amore e lo manifesta nelle sue parole ed atteggiamenti diventa Discepola Amata, Discepolo Amato.
4) Per un confronto personale
- Guarda dentro di te e dì qual è il motivo più profondo che ti spinge a lavorare in comunità. L’amore o la preoccupazione per le idee?
- A partire dai rapporti che abbiamo tra di noi, con Dio e con la natura, che tipo di comunità stiamo costruendo?
5) Preghiera finale
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici. (Sal 102)