«Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». Portare la parola del Signore non è un’opera di franchising o di rappresentanza qualsiasi.
Chi porta la parola del Signore, non solo lo rappresenta, ma lo ripresenta. Il Signore è lì, a far sì che la parola umana sia portatrice del seme divino, della sua sapienza. Questa coscienza deve accompagnare la nostra missione affinché nell’abnondanza dei frutti vediamo la mano del Provvidente, e quando il raccolto è scarso ci identifichiamo con Gesù che della non accoglienza sa qualcosa.
L’importante in tutto ciò è aggrapparci alla sua presenza che nel salmo si descrive così: «La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte».
Robert Cheaib (Fonte)
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Gv 13, 16-20
Dal Vangelo secondo Giovanni
‡ In quel tempo, dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato» .
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.