Commento al Vangelo di domenica 22 aprile 2018 a cura di don Bruno Oliviero, sacerdote dell’Arcidiocesi di Napoli.
No preti invasati, ma umili, equilibrati… (Papa Francesco)
Cari amici, Domenica prossima 22 di Aprile, Domenica del Buon Pastore celebriamo anche la 55 Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Tutti sappiamo quanto Papa Francesco ci tenga per i sacerdoti.
Il morivo è evidente: Per Papa Francesco il ministero sacerdotale è determinante per la missione della Chiesa. Proprio lo scorso 10 di Aprile, Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa con più di 500 Missionari della Misericordia. Nel corso dell’omelia, commentando il brano del Vangelo di Giovanni che riporta il dialogo tra Gesù e Nicodemo, ha, tra l’altro, detto: “Il Vangelo ricorda che chi è chiamato a dare testimonianza della Risurrezione di Cristo deve lui stesso, in prima persona, “nascere dall’alto” (cfr Gv 3,7).
Altrimenti si finisce per diventare come Nicodemo che, pur essendo maestro in Israele, non capiva le parole di Gesù quando diceva che per «vedere il regno di Dio» bisogna «nascere dall’alto», nascere «da acqua e Spirito» (cfr vv. 3-5). Nicodemo non capiva la logica di Dio, che è la logica della grazia, della misericordia, per cui chi diventa piccolo è grande, chi diventa ultimo è primo, chi si riconosce malato viene guarito.
Questo significa lasciare veramente il primato al Padre, a Gesù e allo Spirito Santo nella nostra vita. Attenzione: non si tratta di diventare preti “invasati”, quasi che si fosse depositari di un qualche carisma straordinario. No. Preti normali, semplici, miti, equilibrati, ma capaci di lasciarsi costantemente rigenerare dallo Spirito, docili alla sua forza, interiormente liberi – anzitutto da sé stessi – perché mossi dal “vento” dello Spirito che soffia dove vuole (cfr Gv 3,8).”
Cari amici preghiamo per tutti i sacerdoti del mondo, perché sull’esempio di Papa Francesco siano preti che portino “il profumo”, di Cristo e, contemporaneamente pastori con l’odore delle pecore!
La Pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo…. ci ricorderà Pietro nel brano degli atti degli apostoli che ascolteremo Domenica prossima IV di Pasqua, la Domenica del Buon Pastore.
L’Apostolo Pietro, riportando il versetto 22 del salmo 118, vuole far comprendere l’incredibile paradosso di un Popolo, quello degli Ebrei, che preparato da Dio nel corso di 20 secoli, per aspettare il Messia non solo quando questi viene, nella Persona di Gesù, non lo riconosce, ma lo processa, lo condanna e lo fa crocifiggere come un malfattore per mano dei Romani…
Per le Guide del Popolo: Sacerdoti, Sadducei, Farisei, e anziani del Popolo Gesù non aveva le carte in regola per aspirare al titolo di Messia… Essi non poterono concepire l’abisso di umiltà di un Dio che si annienta, come lo descrive in modo magistrale san Paolo nel bellissimo inno della lettera ai Filippesi per salvare l’umanità. (Fil 2, 5-11, ) Quello che essi aspettavano era un Messia Glorioso non un povero predicatore itinerante che non sa dove posare il capo… si aspettavano un potente Re a capo di un invincibile esercito, non un mite maestro che porge l’altra guancia e perdona suoi crocifissori… si aspettavano un fiero nazionalista Ebreo che avrebbe fatto di Gerusalemme la capitale del mondo, non un umile profeta della fratellanza universale…
Il Popolo Ebraico, preparato ed educato da Dio per duemila anni aveva capito tante cose di Dio: aveva capito che era il Totalmente Altro, che era giusto e santo, ma gli era sfuggito il Cuore del Mistero di Dio, che è anche il cuore della sua Legge. Gli era sfuggita, la caratteristica divina che più lo definisce : La Misericordia. Gli era sfuggita, in altre parole, la Bellezza e la Purezza inaudita del suo Amore, che lo ha portato a “uscire fuori di sé”, nel Figlio, per diventare il Buon Pastore che da la vita per tutta l’umanità…
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
IV Domenica del Tempo di Pasqua
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 22 Aprile 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Bianco
- At 4, 8-12; Sal.117; 1 Gv 3,1-2; Gv 10, 11-18
Gv 10, 11-18
Dal Vangelo secondo Giovanni
11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. 17Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 22 – 28 Aprile 2018
- Tempo di Pasqua IV
- Colore Bianco
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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