Vangelo del Giorno – 2 aprile 2018 – don Luigi Maria Epicoco

La resurrezione di Cristo o è un fatto o non serve a nulla. Finché continueremo a pensare che la resurrezione è una questione simbolica, allegorica, allora faremo il gioco di tutti quelli che del cristianesimo si prendono la panna e buttano la torta.

La nostra fede è basata su un fatto, non su una filosofia. E i fatti delle volte sono più grandi dei nostri ragionamenti. Davanti ai fatti ci si inginocchia e si adora un po’ come le donne del vangelo di oggi: “Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono”.

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È solo a partire da questo fatto che poi tutto vale la pena. Si diventa cristiani non innanzitutto per ragionamento ma per evidenza di fatti. Ma si sa che per noi è più facile negare la realtà pur di non farci mettere in discussione da ciò che accade davanti ai nostri occhi. Ecco perché fin dall’inizio c’è sempre stata la tentazione di imbrogliare, poiché ammettere qualcosa ci rende anche infinitamente responsabili.

Gli anziani del vangelo di oggi, davanti a ciò che le guardie hanno visto preferiscono la via dell’inciucio alla via dell’ammissione dell’errore: “Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione”. Ma il problema non è imbrogliare gli altri, il vero problema è avere il coraggio di fare i conti con sé stessi. Infatti ciò che rimane del tentativo di insabbiare il fatto della resurrezione di Cristo non è il dubbio, ma una immensa processione di persone che con quel fatto si sono dovuti confrontare, lottare.

Infatti il cristianesimo si regge o cade davanti a questo fatto. Non si è cristiani semplicemente perché si condividono le idee di Gesù, ma perché si crede che Egli è veramente risorto. Ma poter affermare questo è un dono, più ancora che una convinzione. È il dono di riconoscere in un fatto l’opera straordinaria di Dio che ha liberato il Figlio dalla morte.

È il dono di poter dire “Gesù è il Signore”.

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 28, 8-15
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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