Riflessione al Vangelo del 28 marzo 2018 – Un attimo di Pace

E quelli gli fissarono trenta monete d’argento

“Pecunia non olet, il denaro”, non ha odore.
Si tratta di una parafrasi proveniente da una tradizione accolta dagli storiografi Svetonio e Dione Cassio come e attribuita all’imperatore Vespasiano, che avrebbe risposto così ai rimproveri del figlio Tito per aver imposto una tassa sui bagni pubblici.

Addirittura esiste un gioco di carte destinato ai bambini che porta esattamente questo titolo latino.
E’ un’espressione utilizzata di frequente per sottolineare che non dovremmo soffermarci troppo sulla provenienza del denaro.

Invece, i cristiani dovrebbero proprio. Spesso si tralasciano i risvolti etici sulla provenienza della pecunia, si scommette, si azzarda, si fanno soldi con i soldi senza troppi ripensamenti e dubbi di coscienza e molti investimenti sono giustificati più dall’avidità che dalla necessità.

Giuda, come emerge dalla narrazione evangelica, non riuscì a tenere quel denaro frutto di sangue con sé e nemmeno i capi dei sacerdoti lo vollero nel tesoro del tempio.
Vigilare sull’etica del proprio portafoglio, per un cristiano, non è un’attenzione accessoria.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 26, 14-25
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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