“Se il chicco non muore…”
Stiamo arrivando ad un passo dalla Pasqua e in questo brano, Gesù anticipa quello che gli accadrà usando come sempre immagini che rendano più comprensibile quello che è il mistero della Sua morte e resurrezione.
Tutto inizia con la domanda di alcuni stranieri che chiedono di vedere Gesù. Se fossimo stati lì anche noi, in quanti avremmo chiesto una cosa simile ai suoi amici più cari? Ci saremmo avvicinati incuriositi da un uomo con tanta fama e così famoso!
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Gesù è ormai conosciuto da tutti, persino chi viene da lontano ha sentito parlare di lui e vuole scoprire di più su di lui, vuole almeno vederlo. Gesù non si sottrae dal farsi avvicinare perché è proprio questa la sua missione: esserci per tutti, sia per chi crede che per chi non ha neanche la più pallida idea di cosa voglia dire credere in un solo Dio. I Greci sappiamo che sono politeisti, che credono in tanti dei; eppure hanno voglia di conoscere qualcosa di diverso da loro; qualcosa che sentono potergli offrire uno sguardo diverso sulla vita.
Come al solito quando i discepoli vanno da Gesù, Lui non è che dà una riposta facile e chiara, anzi racconta e parla per immagini per far capire quanto è profondo il vedere Dio e quanto possa essere “semplice” riconoscerlo nella vita.
Questa volta tra le immagini di Gesù c’è un elemento che è un aspetto semplice e naturale ma che ha più di un significato nella Sua e nostra vita: il chicco di grano.
Inizia proprio così questa immagine: se il chicco di grano non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto.
Quanto è piccolo un chicco di grano e quanto diventa importante per la nostra vita; grazie al suo fiorire noi possiamo gustarci dal semplice pane, alla pizza, la pasta, al biscotto fino alla nostra torta preferita! Sembra una cosa da poco ma per arrivare a questo, passa attraverso un momento faticoso per il piccolo chicco: deve cambiare forma e in qualche modo morire per dar vita al germoglio che si farà strada nella terra e sguscerà fuori alla luce del sole per poter diventare spiga prima verde e poi dorata. Questa spiga color oro verrà raccolta e da essa nasceranno altri chicchi che, macinati, produrranno l’ingrediente più semplice ma grazie al quale gustiamo i nostri piatti preferiti: la farina!
Con queste semplici immagini Gesù descrive la bellezza del diventare dono e portare frutto. Racconta della sua vita che si è fatta dono per tutti ed ha portato e porta ancora molti frutti di bene in tutto il mondo. In uno dei suoi ultimi momenti, nell’ultima cena con i suoi amici, lui stesso si farà pane ci ricorderà il suo farsi dono ed il suo essere con noi nelle piccole cose.
È questo che ci dice oggi Gesù: lo si vede ogni volta che si dona e, attraverso questo dono, si portano frutti di bene che rendono bella la vita.
Gesù non ci dice di donare la nostra vita e sacrificarla, perché quello lo ha fatto lui per tutti, ma di ricordarci che uscire fuori da noi stessi, rende più bella la vita, ricca di un sapore diverso; un sapore che se non si gusta non si può conoscere!
Ecco che forse Gesù ci dice che lo possiamo vedere ogni volta che gustiamo la bellezza di questa vita di dono e dei suoi frutti, come quando gestiamo la semplicità del nostro piatto preferito.
Quando non riusciamo a fare questo e non riusciamo ad uscire fuori da noi stessi, restiamo da soli; così abbiamo tutto per noi ma non assaporiamo la bellezza del dono e del condividere ciò che di buono la vita ci porta. Quante volte sentiamo di gente che possiede tutto ma non è felice e si ritrova sola? È proprio vero che c’è più gioia nel dare che nel ricevere!
Questa è una cosa bellissima! Geremia lo aveva già detto che sarebbe stata scritta una nuova alleanza dentro di noi e nei nostri cuori: è Gesù che scrive nel nostro cuore tutta la bellezza del donare e della sua fedeltà, Lui non ci abbandona e resta con noi, perché ce lo ha promesso.
Quando si scopre questa bellezza non possiamo che essere attirati: non siamo forse attratti da qualcosa che ci piace e chi rende felici? Ecco cosa significa quando Gesù dice: “sarò innalzato e attirerò tutti a me!” Dall’alto della croce attirerà tutti alla speranza di una vita che non finisce e che, se è vissuta con lo sguardo del dono, porta tanto frutto e il bene chiama bene, come dicono i saggi!
Allora prendiamoci questi ultimi giorni di questo tempo di quaresima per fermarci a pensare in quale modo vogliamo donare (il nostro tempo, la nostra pazienza, il nostro aiuto, la collaborazione…). Ognuno di noi troverà la modalità migliore per donare e per rendere questa terra piena di frutti belli!
Buona domenica di “semina”!
Commento a cura di Elisa Ferrini per il sito omelie.org
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della Quinta Domenica di Quaresima – Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 18 Marzo 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Viola
- Ger 31, 31-34; Sal.50; Eb 5, 7-9; Gv 12, 20-23
Gv 12, 20-23
Dal Vangelo secondo Giovanni
20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 18 – 24 Marzo 2018
- Tempo di Quaresima V
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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