Commento al Vangelo di domenica 11 marzo 2018 – Sr. Myriam

Una luce che splende nonostante le tenebre

Una luce che splende nonostante le tenebre, una luce che è la Luce, quella che al di là dei nostri grigiori, si rende visibile, semplicemente perché non può essere altrimenti. 

In questa domenica Giovanni ci porta in un altro luogo esistenziale del cammino quaresimale: la luce.

Questa pericope ovviamente ha un contesto ben più ampio, che è quello del turbamento notturno di Nicodemo, che di notte al tempio si reca da Gesù per avere “chiarimenti”.

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Un gioco di parole che però ci rende bene l’idea di dove ci troviamo; quando dobbiamo rendere in un fumetto l’immagine di qualcuno che ha avuto una buona idea, generalmente gli poniamo una lampadina accesa sul capo, attribuendo a quel dato di conoscenza una qualità luminosa.

Ebbene, Giovanni ci porta in questo luogo e in questo tempo esistenziale della notte, per donarci l’esperienza della luce, non solo come qualcosa di intuitivo, ma proprio di conoscenza, che nella Scrittura è sempre una conoscenza relazionale, personale, a “tu per tu“, unica che il Padre instaura con ciascuno attraverso il Figlio, perché a partire da Lui si rende possibile a tutti.

Nella notte di Nicodemo, c’è la nostra notte, quella che non ci fa sentire sicuri, protetti, ma che ci spiazza, che a volte ci mette con le spalle al muro, una notte che ha bisogno di risposte alle sue domande.
Il Prologo scrive in una plausibile traduzione letterale al v.5 “la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno potuta afferrare”. E’ questa la buona notizia, che non c’è nessuna notte più “forte”della luce, che non c’è nessuna notte che non abbia una fine, che non c’è nessuna notte da cui non si possa allargare il nostro orizzonte.

Questa Luce non è afferrabile, non è contenibile, non è misurabile, perché è una Luce sempre donata, sempre rivolta verso.

Buona domenica a tutti!!

Sr. Myriam (Miriam D’Agostino) del Monastero Benedettino di Sant’Anna – Bastia Umbra

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della IV Domenica del Tempo di Quaresima – Anno B

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Gv 3, 14-21
Dal Vangelo secondo Giovanni

14E come Mosé innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. 16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 11 – 17 Marzo 2018
  • Tempo di Quaresima IV
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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