Riflessione al Vangelo del 7 marzo 2018 – Un attimo di Pace

Dare pieno compimento

“Riempire”, “colmare”: questo il significato del verbo compiere, dal latino “complēre”. Dare, quindi, pieno compimento a un’azione, non corrisponde soltanto al portarla a termine, al farla. Etimologicamente aggiunge qualcosa: è il darne pienezza.

È come passare dallo schizzo fatto in matita all’opera finale ricca di sfumature di colori, che rendono l’incarnato perfetto di un volto, la consistenza di una lacrima, la verde frescura di un bosco.

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Gesù viene per dare pieno compimento alla legge dei Padri: toglie l’aridità della sanzione e la completa, la riempie di un significato altro, la colma dell’essenza della vita.

Ciò che era comando, “divieto di…”, si trasforma in possibilità di una nuova esistenza dove l’agire dell’uomo ha come obiettivo la realizzazione piena e totale del suo essere e del bene comune.

È un agire gravido. Che ci chiede di essere davvero uomini e donne, non solo meri e freddi esecutori.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 5, 17-19
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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