Il commento al Vangelo di domenica 11 marzo 2018 a cura dei Missio Ragazzi.
Per vedere bene in una stanza totalmente buia ci vuole una luce bella forte! Così nella vita di ogni persona il buio rappresenta il male, le opere malvagie. Gesù nel vangelo di oggi ci dice che gli uomini amano di più comportarsi male che bene; ma ci dice anche che il male spesso è nascosto.
Le persone amano apparire brave e buone, e nascondono nel buio le loro cattive azioni. Spesso il male viene compiuto nel buio, di nascosto dove un uomo sa che nessuno lo vede. E’ come quando un bambino combina una “monelleria” e la nasconde ai genitori: il bambino sa che è male ciò che ha fatto e lo nasconde perché non vuole essere scoperto (non vuole che venga alla luce ciò che ha fatto).
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Nel mondo che ci circonda inoltre ci possiamo trovare difronte a cose brutte che si nascondono dietro a qualcosa di apparentemente bello e accattivante (ricordate nella Genesi 3,6 “la donna vide che l’albero era buono da magiare, gradito agli occhi e desiderabile”).
Ma Dio ha sempre un’attenzione speciale d’Amore per l’uomo: ci aspetta e ci raccomanda di avere fede come gli ebrei che ai tempi di Mosè guardarono al serpente di rame ed ebbero salva la vita. Gli ebrei si erano comportati male (libro dei Numeri capitolo 21) mormorando e lamentandosi contro Dio, dimenticando che li aveva liberati dalla schiavitù.
Così Dio aveva mandato fra gli ebrei dei serpenti velenosi che li mordevano. Gli ebrei avendo capito di aver sbagliato chiedono perdono a Dio che pieno di Amore dirà a Mosè: ‘Fatti un serpente ardente, e mettilo sopra un’antenna; e avverrà che chiunque sarà morso e lo guarderà, scamperà”. Non è mai tardi perciò, per convertirsi e per tornare a Dio: nelle difficoltà, nella malattia, nel dolore il suo sguardo d’Amore può darci nuova forza e riempire la vita di un significato diverso e migliore.
Il personaggio di oggi, Nicodemo segue Gesù quando già è un uomo adulto e pensa di non avere l’età per farlo, ma Gesù lo invita a seguirlo e gli svela che come il serpente nel deserto al tempo di Mosè, sarà Gesù stesso innalzato sulla croce a dare nuova vita e speranza a chiunque guarderà a Lui.
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della IV Domenica del Tempo di Quaresima – Anno B
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- Colore liturgico: Viola
- 2 Cr 36, 14-16. 19-23; Sal. 136; Ef 2, 4-10; Gv 3, 14-21
Gv 3, 14-21
Dal Vangelo secondo Giovanni
14E come Mosé innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. 16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 11 – 17 Marzo 2018
- Tempo di Quaresima IV
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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