Morì il povero, morì anche il ricco
Totò la chiamava “’a livella” e col suo fare scanzonato ricordava a tutti che la morte, ‘a livella appunto, pareggia blasonati e netturbini.
Categorie e distanze sociali, di là, non esistono né servono a vantare diritti e precedenze. «Stì pagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vivi: nuje simmo serie… appartenimmo à morte» diceva il fantasma del netturbino a quello del conte incontrandolo al cimitero.
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Mi è simpatica quest’idea di morte che rifà ordine e verità. Il problema però non è morire, ma vivere davvero e farlo ricordando ciò che “‘a livella” ci richiama.
Che la morte ci trovi vivi, prima di tutto; non “sopravvissuti” o “vivacchianti”, ma vivi dentro, appassionati per qualcosa o qualcuno, capaci ancora di sognare e sperare, attenti alla vita e agli altri.
Che la vita abbia uno scopo e un senso, poi: cioè che ciascuno giochi la sua parte nel grande ingranaggio del mondo e della storia.
“Affrettiamoci ad amare”, direbbe Roberto Benigni “perché non esiste amore sprecato” e vita sprecata se si è amato. Con cuore di ricco o di povero poco importa.
Con cuore di uomo, questo sì.
Fonte – Un attimo di Pace
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 16, 19-31
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.