Commento al Vangelo del 25 gennaio 2018 – Monastero di Bose

Siamo alla fine del vangelo, consegnato attraverso la scrittura e le parole dell’evangelista, e ora, a noi cosa rimane? Solo un bel racconto? Dopo aver ascoltato, accolto la Parola, siamo messi di fronte a una ri-partenza. Il vangelo fa questo: ci fa rimettere in cammino, ripartire sempre.

“Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura” (v. 15). Quante volte abbiamo sentito questo messaggio, ma forse non l’abbiamo mai ascoltato attentamente. Eppure sembra essere davvero importante se sono le ultime parole lasciate da Gesù ai suoi discepoli prima di salire al Padre.

Forse ci distraiamo già alla parola “mondo” perché questa immensità a cui spinge Gesù ci sembra non rivolta a noi, a noi che trascorriamo la nostra vita tra casa, lavoro, relazioni di prossimità e vicinanza. Per molti di noi “tutto il mondo” è un luogo limitato, è il quotidiano cui si dà poca importanza, eppure così ricco di incontri, di umanità. E in questo mondo Gesù ci chiede di “annunciare il vangelo a ogni creatura” (v. 15), quella buona notizia che egli ci ha narrato e vissuto nell’arco di tutto il vangelo, della sua vita. La buona notizia che è Vita, che è guarigione, difesa dai demoni, liberazione da ogni male (cf. vv. 17-18).

Ascoltiamo oggi queste ultime parole di Gesù, ascoltiamole nel nostro piccolo mondo, lì dove spesso siamo portatori di parole di morte piuttosto che testimoni di vita. Lì dove le creature a cui siamo disposti a portare una parola buona, di speranza, sono da noi scelte, ben selezionate, e l’universalità del messaggio di Gesù viene annullata dalla nostra incapacità di incontrare il diverso, chi non è amabile, il nemico. Dall’incapacità di liberare dai demoni dell’esclusione, del disprezzo chi ci vive accanto; di guarire con una parola di perdono, di liberare dal male con la vicinanza nella fatica, con il perdono del torto ricevuto.

Gesù ha saputo vivere questa universalità d’amore, ha vissuto in un piccolo lembo di terra, ha incontrato la gente del suo popolo, forse qualche straniero, ma di tutti ha saputo essere prossimo, non c’era calcolo in lui, non c’era giudizio. Ha così abbattuto ogni muro di separazione e con la sua parola ha raggiunto ogni confine e l’ha superato. A noi, se viviamo ascoltando questa parola e agendola, rendendola vera nella nostra vita, ha lasciato la stessa possibilità di essere uomini e donne che si fanno prossimi a ogni creatura per testimoniare una parola che salva, donando speranza, eliminando il giudizio e aprendo lo sguardo su tutti. E tutti, davvero tutti, possono essere salvati proprio dall’ascolto di una parola di vita e di amore creduta e fatta diventare cuore pulsante della loro vita.

Oggi facciamo memoria della rivelazione di Gesù Cristo a S. Paolo apostolo, il momento del suo incontro con questa Parola di salvezza. “Io perseguitai a morte questa nuova dottrina, arrestando e gettando in prigione uomini e donne” (At 22,4). Così parla di sé Paolo nel racconto della sua autodifesa di fronte ai giudei dopo essere stato arrestato nel tempio. Questo era Saulo, prima dell’incontro con colui che diverrà il suo Signore, Gesù, e che lo renderà suo “testimone davanti a tutti gli uomini” (At 22,15). Sarà reso nuovo dall’incontro con Gesù, e nella relazione con Cristo fonderà la sua fede che lo porterà e divenire “l’apostolo delle genti”. Egli ha assunto nella sua carne le parole che Gesù ha lasciato a tutti coloro che vogliono vivere la relazione con lui: “Andate nel mondo, ciascuno in quella realtà che vive, e a tutti, ma proprio a tutti, raccontate l’amore e la speranza come unica via di vita”.

sorella Elisa della comunità monastica di Bose

Mc 16, 15-18
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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