Non è possibile riprendere qui tutto il messaggio della parabola del seminatore, che si dovrebbe piuttosto chiamare parabola della semina, giacché non parla del seminatore ma di ciò che avviene al seme, e la spiegazione si sofferma sulla diversità dei terreni. Siccome è molto nota, mi concentrerò sul solo brano centrale in cui Gesù spiega perché insegna con parabole.
La ragione è preoccupante se non scandalosa: “Parlo in parabole”, dice in sostanza, “perché la gente – che crede di vedere e di capire – non veda, non comprenda, non si converta e non venga perdonata”. Forse Gesù è venuto nel mondo per condannare il genere umano? Certo no! Lo dice lui stesso chiaramente altrove: “Non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” (Gv 12,47), o: “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mc 2,17).
La strana pedagogia divina non dipende dalla qualità o dai difetti degli uditori, ma anzitutto dalla peculiarità del Regno che Gesù rivela. Proclamare il regno di Dio significa certo annunciare a tutti che Dio regna. Ma ciò non è evidente; Gesù d’altronde lo conferma quando dice del Regno che è “mistero” (v. 11).
Cos’è un mistero? Non già – come spesso si pensa – una realtà che è inutile scrutare perché non si riuscirà mai a comprenderla, bensì qualcosa in cui vi è troppo da capire, per cui non si finirà mai di capire, come infiniti sono i lampi di luce di un diamante che il gioielliere ama muovere e rimuovere nella sua mano per potersi rallegrare di ciascuno di essi.
Perciò si può parlare del Regno solo con immagini paradossali (le parabole appunto) che, aggiungendosi le une alle altre e correggendosi a vicenda, costruiscono man mano un’immagine del regno di Dio. E di fatto la parabola della semina come la sua spiegazione narrano un paradosso. La parabola parla di una semina che, malgrado gli scacchi successivi, finisce col produrre il trenta, il sessanta e il cento per uno. Cifre sbalorditive per chi sa che, in quel tempo, si poteva contare in media su una produzione dal dieci al quindici per uno! Da parte sua la spiegazione della parabola illustra il paradosso di terreni (cioè di noi) che, nonostante la loro sterilità, non possono impedire alla parola di Dio di raggiungere i suoi scopi, come già annunciava il libro di Isaia (cf. Is 55,10-11).
Ma vi è poi l’altra ragione, quella problematica, di questa pedagogia: “Perché guardino, sì, ma non vedano; ascoltino, sì, ma non comprendano …” (v. 12). È una strategia di discernimento con la quale Gesù provoca una scissione nel suo uditorio, tra quelli che accolgono il suo insegnamento e quelli che lo rifiutano. Questo discernimento ha permesso al Signore di scegliere i suoi discepoli (cf. Mc 3,13-19), i quali non saranno mandati a proclamare una condanna, ma ad annunciare agli altri – a quelli cioè che non hanno creduto – la gioiosa notizia di una salvezza che è anche per loro (cf. Mc 6,7-13).
Il mistero del Regno è anche mistero dell’elezione: Dio sceglie alcuni singoli per portare a tutti la benedizione.
fratello Daniel della comunità monastica di Bose
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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